Harpo’s Bazaar. Una storia di cassette
- Autore: Giuseppe Catani
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Arcana
- Anno di pubblicazione: 2024
La maggior parte di voi, leggendo il titolo, avrà pensato a un errore: ma non era “Harper’s Bazaar”? Eh no, la celebre rivista che si occupa di “moda, bellezza, cultura, lifestyle” qui non c’entra niente: siamo in un ambiente totalmente diverso. Ah, allora si tratta di cinema, ha a che vedere con i fratelli Marx! Neppure: è vero che quello sulla copertina è proprio Harpo Marx, ma ancora non ci siamo. Insomma, è lecito che chi non ha dimestichezza con una certa scena musicale faccia fatica a capire di che cosa si stia parlando.
Proviamo così: Skiantos, Gaznevada, Luti Chroma… e perfino John Cage. Avete capito meglio, adesso? Sicuramente questi nomi hanno evocato qualcosa nella vostra mente o nei vostri ricordi. Ma probabilmente non molti di voi sanno che la Harpo’s Bazaar, nata a Bologna nel 1977, era una factory che si occupava di molti settori, quale grafica, pubblicità, cinema, comunicazione e anche musica, con la Harpo’s Music guidata da Oderso Rubini e Carlo Capelli. Per ottimizzare i costi, gli album prodotti dalla Harpo’s Music venivano pubblicati su cassetta (i più giovani vadano a cercare di cosa si tratta su Wikipedia, e scopriranno un mondo), e fra il 1977 e il 1979 ne uscirono nove, senza contare tutte le registrazioni relative al Treno di John Cage.
Vi sembra un argomento “troppo legato a un certo ambiente e a una certa epoca”? Io ci ripenserei.
Perché, attraverso la vivacità della scrittura di Giuseppe Catani e la verità delle interviste ai protagonisti di questa storia, un racconto che potrebbe essere “di nicchia” prende vita e diventa una narrazione appassionante, lungo la quale il lettore si trova, letteralmente, a visualizzare luoghi, volti e situazioni. Del resto, Catani è bravissimo nel trattare argomenti musicali assolutamente non mainstream (“Pick and Rock”, dedicato alle canzoni che parlano di basket, e “Ali e nomi” che racconta il cantautore Flavio Giurato) e renderli interessanti per chiunque, invogliando il lettore ad ampliare la propria cultura musicale: anche in questo caso vale il consiglio di tenere a portata di mano YouTube o Spotify per rinfrescarsi la memoria o scoprire i brani che ancora non si conoscono.
Il rock demenziale degli Skiantos, il punk dei Luti Chroma o del primissimo album dei Gaznevada, la protesta sociale dei Windopen, il prog fuori tempo dei Naphta, la finta rivalità dei Sorella Maldestra con gli stessi Skiantos. Musicisti spontanei, quasi “ruspanti”, di poca scuola e molto entusiasmo, che quasi per caso hanno inciso i loro nomi nella pietra della musica italiana. Un capitolo a parte è il Treno di John Cage, uno straordinario (e irripetibile, almeno a dar retta a Mizia Ciulini dei Sorella Maldestra) happening in tre viaggi, in cui si fondevano diversi generi musicali, performance spesso improvvisate, e soprattutto i rumori del treno e dei posti che attraversava, in un’esperienza di ascolto e interazione assolutamente unica, e raccontata in modo così coinvolgente da farci dispiacere di non esserci stati di persona.
I capitoli che descrivono i vari album e l’esperienza dell’happening di Cage sono alternati a dettagliate e interessanti interviste ai vari protagonisti, che raccontano aneddoti ed esperienze spesso condivise (il famigerato “Bologna Rock”: anche se non sapete cosa sia, a fine lettura ne avrete un’idea piuttosto precisa).
I toni, ovviamente, sono a volte nostalgici, ma chissà: a volte la nostalgia può generare altre esperienze dello stesso tipo. La musica italiana non potrebbe che trarne beneficio.
Harpo's Bazaar. Una storia di cassette
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Harpo’s Bazaar. Una storia di cassette
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