Ho il cancro e non ho l’abito adatto di Cristina Piga

Ho il cancro e non ho l’abito adatto di Cristina Piga (Mursia, 2007) è il diario di una donna che, invece di partire in vacanza, deve iniziare un percorso di cura del cancro. Ma ammalarsi di cancro ti cambia la vita: ti mette alla prova e di costringe a misurarti con te stesso, con la tua vita e, se hai la fortuna di guarire, non sei comunque più lo stesso perché l’esperienza ti cambia e non c’è niente da ridere… o sì?

Cristina Piga, classe 1958, romana, avvocata, a 45 anni invece di partire in vacanza inizia un viaggio nella cura del cancro, tra la chirurgia, la chemio e la radioterapia. Un viaggio che la fa cambiare di prospettiva su tante cose, come ad esempio gli amici:

è strano trovarsi bene con chi non credevo di avere amico e non avere più nulla da dire ad altri cui ero più vicina

L’autrice in questo breve libretto non ci presenta un diario, ma un quadernetto aneddotico di spunti di riflessione in 47 capitoli in sole 80 pagine di testo che magari comprendono anche solo un’unica frase. Sono spunti di riflessione ironici, a volte amari, a volte chirurgicamente oggettive che stimolano il lettore a mettersi in gioco, se lo vuole e a mettersi in discussione, come vuole.

il cancro è la seconda causa di morte nel mondo dopo le malattie cardiovascolari (…) E allora perché se ne parla così poco e così sottovoce? (…) certo non è una malattia “elegante” ma non è forse più importante vivere?

Ho il cancro e non ho l’abito adatto non è un testo umoristico anche se a momenti è divertente e l’ironia non svilisce la storia vera di chi davvero è malato sul serio. Forse è uno stile di vita, un modo di fare; forse è una risorsa per affrontare qualcosa a cui nessuno è mai preparato. La protagonista ci permette di accompagnarla mostrandoci degli scorci della sua esperienza con la delicatezza e il rispetto che chiede anche per sé e la sua malattia.

Non è vero che sono stata coraggiosa o forte. Io sono sempre stata solo un’incosciente. Penso alle cose dopo che le ho fatte. Non imparo dalle esperienze passate, mi scivolano via. La sola verità è che non ho avuto paura. Ciò che mi spaventa è altro, è una pregiudicata condizione di vita.