Horror Cinema
- Autore: Paul Duncan e Jurgen Muller
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
L’orrore è una galassia frastagliata, comprende molti mondi. L’orrore cinematografico, intendo, qualcosa di più, che va oltre, i canonici film del terrore. Basta sfogliare soltanto l’indice dell’edizione aggiornata di “Horror Cinema” curata da Paul Duncan e Jurgen Muller (Biblioteca Universalis Taschen, 2017) per farsene un’idea.
C’è l’orrore che ci viene dalla progenie schizzata di “Macellai e serial killer” e quello dei “Cannibali, bifolchi e fenomeni da baraccone”. C’è l’orrore più canonico, derivazione di “Fantasmi e case infestate” e l’altro dei “Posseduti, demoni e trickstyer”. Per tacere dei classicissimi morti viventi e/o dei non-morti (“Vampiri e licantropi”). Persino l’eco-vegeance nella sua forma di ribellismo animale contro il genere umano (“La ribellione della natura e l’horror ambientale”) può essere ricondotto all’interno di costellazione orrifiche.
I confini dell’horror sono frammentati in quanto archetipici. In quanto riconducibili al primo terrore panico che incombe sulla specie: quello della morte. Come bene intuiscono fuor di metafora, gli autori di questa antologia
“L’orrore è la realtà. La consapevolezza. È ciò che dobbiamo affrontare, l’assassino che sta davanti a noi con i denti scoperti e brandisce un coltello. La moglie morta, distesa sul pavimento. La pelle cadente che scopriamo un giorno nello specchio, il bambino che corre dietro a un pallone senza accorgersi del camion che noi vediamo arrivare. È l’insetto che striscia fuori dal nostro orecchio. È un nazista al potere”.
Ecco da dove viene l’orrore, ecco da dove attinge. La materia impalpabile dei nostri incubi a occhi aperti cui si rifà. L’orrore cinematografico (e letterario) ci attrae in quanto ci appartiene. E ci repulsa per ciò che di innominabile evoca da qualche metà oscura dell’inconscio. “Horror Cinema” è la bibbia sul tema (633 pagine). Una bibbia illustrata a prezzo popolare, come sono le bibbie Taschen. Che riusciate a leggerla da cima a fondo o anche soltanto a sfogliarla da cima a fondo, ci troverete dentro i film che, come si dice, vi/ci hanno tenuti incollati alla poltrona, e poi rubato il sonno. Notte dopo notte: dai blockbuster di ogni tempo ai B-movies. Dai gioiellini underground a quelli da recuperare. Per una volta non cito, in quanto riduttivo data la vastità della filmografia commentata. E finemente illustrata, tra immagini di scena e locandine b/n e colori.
Dimenticavo: una solida parte del volume è dedicata ai cinquanta migliori film dell’orrore di tutti i tempi. Mi ha fatto piacere vederci annoverati, tra gli altri, gli eleganti e non scontati A Venezia, un dicembre rosso shocking (Nicolas Roeg, 1973) e In compagnia dei lupi (Neil Jordan, 1984). Per gli amanti del cinema (non soltanto del cinema dell’orrore) “Horror Cinema” è un volume cui riferirsi e tenere sempre a portata di mano.
Cinema Horror
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