I dieci incredibili avvenimenti che hanno cambiato la storia dell’antica Roma
- Autore: Massimo Blasi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
Tutto nacque da uno stupido gesto d’arroganza e un omicidio, un fratricidio. Tutto? La storia plurimillenaria del più grande impero dell’antichità. Massimo Blasi la racconta, soffermandosi intorno a una manciata di episodi cruciali, a partire dalla morte di Remo, in un saggio della collana I volti della storia, della casa editrice romana Newton Compton, uscito a ottobre 2019, I dieci incredibili avvenimenti che hanno cambiato la storia dell’Antica Roma (320 pagine, 12.90 copertina flessibile, 4.99 l’eBook).
Di Massimo Blasi ci si può senz’altro fidare, come conoscitore delle segrete cose della Roma antica. Quarantenne, nato nella capitale, dottore di ricerca in filologia e storia del mondo antico, è stato nella École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, collabora con l’Università romana La Sapienza e insegna materie umanistiche in un liceo romano. È autore di numerosi articoli scientifici su riviste italiane e straniere ed ha firmato una monografia sui riti funebri pubblici nella Roma medio-tardo repubblicana, che nel 2012 ha meritato il Premio “Sapienza Università Editrice”. Sua, a quattro mani con Laura Zadra, una serie gialla ambientata nell’Urbe ai tempi di Cesare. Per Newton Compton ha pubblicato L’incredibile storia degli imperatori romani (2018).
Quando gli è stato proposto di parlare di storia de Roma attraverso dieci eventi cruciali, non si è sottratto ad una sfida oggettivamente ardua, da far tremare le vene e i polsi per la complessità delle vicende, l’incompletezza dei documenti e l’inattendibilità o lacunosità delle fonti. Per non dire dell’interminabile estensione temporale dell’antica e grande Roma: ben tredici secoli nel complesso, per limitarci all’Occidente.
Dieci eventi, quindi, cifra tonda ma davvero pochi nell’arco di 1300 anni. Primo problema proprio la scelta di quelli da trattare o da escludere. Confessa di aver adottato un criterio soggettivo: si è interrogato su quali per primo ritenesse i dieci più significativi ed è arrivato alle monografie su altrettante date e passaggi fondamentali, che hanno fatto di Roma la capitale del mondo intero dell’antichità.
Intanto, non poteva che partire dalla fondazione, semplicemente perché se Romolo non avesse tracciato il solco, forse non avremmo avuto una città sui sette colli. Soprattutto qui, Massimo ha dovuto sfrondare la storia dalla mitologia. In effetti, quando si parla di “natale di Roma”, ci si addentra nel regno fantasioso della fabula (il mito) e ci si allontana dalla verità asciutta dei fatti. Non eventi testimoniati da fonti verificate, ma dicerie popolari, narrazioni orali trasformate col passare dei secoli.
Pensate alla vestale Rhea Silvia vergine mancata, ai due gemelli, frutto dell’unione con Marte, un dio (!?), abbandonati alla corrente del Tevere e nutriti da una lupa (!?). Tutto bello, anche di più, affascinante, come una sceneggiatura da fiction in costume. Ma l’autenticità, la realtà, la storia? Sarà stato ben altro, più banale, “terra terra”, magari insignificante.
Da Romolo nasce la monarchia dei sette sovrani, fino alla cacciata dell’ultimo re (o di quello creduto tale, fa notare Blasi), Tarquinio il Superbo, che apre alla nascita della repubblica destinata a dominare il mondo per i successivi cinquecento anni.
Si passa poi alla raccolta delle leggi, in parte preesistenti, riunite nelle Dodici Tavole: Roma antica non è stata solo lotte e conquiste, anche una civiltà evoluta, madre di quella europea.
Della determinante sfida con Cartagine, conclusa con l’eliminazione di un insidioso concorrente per il dominio del Mediterraneo, al saggista romano non interessa l’arcinota discesa di Annibale nella penisola, quanto la distruzione definitiva della capitale punica nel 146 a.C., con le presunte lacrime del carnefice, il generale Scipione Emiliano e la sua riflessione sul destino degli imperi, tanta cara agli antichi.
Quello di cui si crede di sapere tanto, ma si scopre molto di più leggendo Blasi, è il cesaricidio (quinto evento), da cui attraverso vicende complesse deriva un altro momento topico: il principato del primo imperatore, Augusto, un abile “prestigiatore che con una mano schiacciava l’antico ordinamento repubblicano e con l’altra faceva credere a tutti di salvarlo”.
La storia di Roma è anche la storia del Cristianesimo: segue la predicazione di Paolo di Tarso, uomo dalla doppia cittadinanza, romana e giudea, che rese il Cristianesimo la religione più seguita, minando le fondamenta di uno stato che poggiava sulle fedi pagane apolitiche.
Ecco la cattura dell’imperatore Valeriano, che pur essendo tra gli argomenti più confusi e meno noti, non è meno importante. Spazio poi alla battaglia di Ponte Milvio e al sogno crucifero di Costantino, tanto “in linea con la cultura romana popolata di premonizioni e profezie” e inserito a pieno titolo in volume che vuole informare, interessare ma anche divertire.
Si termina con l’invasione dei Goti di Alarico e il saccheggio di Roma del 410 d.C., che chiude con la Roma latina e apre alla Roma “barbarica”, ancora prima della deposizione dell’ultimo imperatore, il giovane Romolo Augustolo, dalla cui uscita di scena data l’estinzione (silente) dell’impero romano d’Occidente, nel 476.
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