I fenici di Michael Sommer

I fenici di Michael Sommer, pubblicato in traduzione italiana da il Mulino nel 2008, è un libro che affronta una questione storica importante per gli studi sul mondo antico: la sottovalutazione spesso riservata all’influenza sulla civiltà classica che questo popolo ha innegabilmente avuto.
Sommer, con un approccio conciso ma ricchissimo di spunti interessanti, evidenzia il grave errore di non riconoscere adeguatamente il contributo fenicio alla cultura sviluppatasi sulle sponde del bacino del Mediterraneo.

Ancor prima dei greci, i fenici si possono considerare l’elemento di congiunzione transmediterranea per eccellenza:

Il loro commercio sulle lunghe distanze e la loro avventura di colonizzazione sulle coste remote del Mediterraneo occidentale portarono alla graduale unificazione di uno spazio che intorno al 1200 a.C., all’inizio dell’età del Ferro, era estremamente frammentato.

Anche alle origini delle poleis e della loro tradizione giuridica ci sono i fenici.
La brevità del libro non compromette la sua capacità di offrire una panoramica completa, ma anzi lo fa emergere tra tanti titoli come un’opera illuminante e necessaria, vivamente consigliabile agli studenti anche perché l’autore ha la capacità (fatto non così frequente) di creare delle immagini bellissime:

Scrivere la storia dei fenici significa necessariamente scrivere la storia degli sconfitti. I greci erano ben consapevoli di avere un grande debito verso i loro vicini del Levante, da cui ricevettero l’alfabeto, una serie di insegnamenti pratici, e forse anche la consapevolezza che l’organizzazione politica e giuridica di una società è qualcosa che gli uomini possono modificare. Tuttavia, essi parlavano sempre dei fenici senza rispetto: astuti e scaltri, mercanti che venivano dal mare, ma anche persone cui il concetto greco di onore non diceva molto. Il fenicio come fratello maggiore e il fenicio come levantino, estraneo, per così dire, per natura: entrambe le raffigurazioni erano costantemente alimentate dai greci.

Particolarmente apprezzabili e stimolanti sono le analisi delle fonti veterotestamentarie, indagate in modo davvero intelligente.