I figli delle tenebre
- Autore: Anne Marie Garat
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2013
"E’ incredibile vedere come ciascuno di noi si sforzi di non parlare. Tremanti, ci teniamo stretti al presente di ogni giorno per risolvere i problemi immediati: trovare del denaro, mangiare, saldare i debiti, far sì che gli abiti durino più a lungo, e lo stesso vale per le condizioni in cui versa il resto del paese".
In un piano parallelo Anne Marie Garat racconta ne "I figli delle tenebre" (Il Saggiatore, 2013) alcune storie di donne e uomini che vivono nelle principali capitali d’Europa sotto gli effetti della grande depressione, con la follia nazista che si sta diffondendo e un nuovo conflitto mondiale incombente.
Settembre 1933, un giorno di fitta pioggia, a Londra, Elisa Cassan, davanti alla vetrina di Hogart Press, vede uscire Virginia Woolf, la scrittrice di cui “aveva divorato” tutti gli scritti rimanendone “soffocata dalle emozioni”. Eppure nemmeno per un attimo le era passato nella mente di avvicinarla o pedinarla ma anzi con uno scatto improvviso si era girata e si era affrettata a prendere il metrò. Elisa dalla malattia di Monsieur Brassier, proprietario della libreria vicino a Notre Dame de Paris, dove da anni era commessa, si recava a Londra ogni due mesi per prendere delle riviste letterarie e visitare delle case editrici. Di fatto tra le riviste che sono recapitate, direttamente in albergo, ci sono dei fogli con notizie segrete di cui lei sa solo che sono per una giusta causa. Nello stesso momento a Parigi Camille Galay, una giovane donna di venticinque anni, appena giunta da Brooklyn, presso un notaio riceve la proprietà della fabbrica B&G, il più grande biscottificio di Parigi, di cui sa poco ed è poco interessata. Camille, spirito irrequieto, approda nella Ville Lumiére per conoscere le sue origini, il passato di sua madre Gabrielle e di suo padre Pierre, quel passato da cui entrambi l’hanno tenacemente protetta. Mentre Camille accetta l’eredità, da Budapest via Vienna sta arrivando Magda, la sua migliore amica, un’attivista socialista che milita dalla parte del proletariato e che le ricorda proprio quel passato gioioso della sua infanzia. La sera di quel fatidico giorno di settembre del 1933 nelle montagne tedesche Grete, attrice di cabaret, insieme ad amici e parenti, davanti uno strudel di mele candite, uva passa, marmellata e sfoglia croccante, discute di Bertold Brecht e delle sue opere, e come lui è molto critica verso il nazismo:
“La povertà rende stupidi e pericolosi, i mali degli uomini sono nelle mani degli uomini. Bertold Brecht dixit. Ma lui ha lasciato la Germania, ormai è lontano, come molti altri. I suoi libri hanno fatto un bel fuoco…”.
Infine Etiénne Louvain a Ginevra, quello stesso giorno con una temperatura anomala di oltre 35°, in partenza per un giro turistico in Italia, Siena, Perugia, il Lago Trasimeno, ecc., incontra un diplomatico Thomas Hawthorne da cui spera di ottenere delle informazioni. Louvain, che “ha una libertà di linguaggio molto raffinata” ma altrettanto impertinente è un agente segreto. Tutti insieme “sprofondati negli abissi invasi delle tenebre” hanno uno scopo unico quello di salvare la Germania da Hitler e un ruolo più o meno importante e diretto nella liberazione, di un ebreo che sta mettendo appunto una formula rivoluzionaria, quella dell’acqua pesante, un componente indispensabile per una nuova arma nucleare.
Anne Marie Garat focalizza l’attenzione sui meccanismi mentali dei personaggi principali e secondari, narrando il loro mondo interiore, i loro processi psicologici e le loro emozioni. “I figli delle tenebre” comunque è un romanzo storico corposo che ci parla delle SS, dei primi campi di concentramento, della Società delle Nazioni, di intrecci politici ed economici internazionali, della persecuzione degli ebrei, insomma di un’Europa, che presto sarà invasa “dal turbine della pazzia che annienterà la dignità delle persone”.
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