I solchi della storia. Gli avvenimenti che hanno ispirato grandi musiche
- Autore: Maurizio Galli
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Sempre meglio ricordarsene: ci sono storia e storia, canzoni e canzoni. C’è il Titanic di Francesco De Gregori che affonda in parallelo all’affondare del sogno di una nazione. C’è l’Auschwitz del bambino nel vento di Guccini che inaugura la via italiana a Blowin’ in the wind di Bob Dylan. C’è Fiume Sand Creek di Bubola-De André che insegna come nei libri, buoni e cattivi non occupino sempre il posto che meritano. La lettura de I solchi della storia. Gli avvenimenti che hanno ispirato grandi musiche di Maurizio Galli (Vololibero, 2021) palesa il rapporto biunivoco intercorso tra avvenimenti storici e canzone. Una correlazione in forza alla quale la forma-canzone viene peraltro a caricarsi di significati aggiunti. Di quei connotati politico-sociali che, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta delle lotte per i diritti civili e le proteste contro l’intervento americano in Vietnam, ne caratterizzeranno l’espressione più impegnata.
L’excursus storico-musicale compilato da Maurizio Galli è diacronico, con radici ispirative anche molto lontane nel tempo. Come nel caso della deportazione degli acadiani e la nascita del Cajun (5 settembre 1755) diventata canzone nella politica Rèveille (Richard Zachary, 1976). O della battaglia di Gettysburg (1-3 luglio 1863) musicata nel ‘69 dai The Band (The night they drove old dixie down).
Il saggio insiste in taglio cronologico su commistioni di questo tipo: dall’atomica sganciata su Hiroshima (6 agosto 1945) cantata dai The Byrd di I come and stand at every door (1966) – ma ci sono anche gli Orchestral Manoeuvres in the dark che nel 1980 spopoleranno con Enola gay, e i Nomadi di Il pilota di Hiroshima –, alla guerra del Vietnam (1964-1975) genitrice di tanta protest-song di stampo americano (Dylan, Springsteen, The Animals).
Da annotare anche la pagina nera e tutta italiana della strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969), citata da Francesco De Gregori in un verso di Viva l’Italia (“l’Italia del 12 dicembre”) e da Claudio Bernieri in Piazza Fontana (1976). La declinazione più prossima al "botto" che inaugura la strategia della tensione si rintraccia nella morte in questura dell’anarchico Pinelli (Pino Masi, Ballata di Pinelli; Paolo Pietrangeli, È finito il Sessantotto).
Con un sguardo alla narrazione storica, e un altro alla genesi e all’analisi dei brani che a essa si rifanno, Maurizio Galli smentisce la vulgata del “sono solo canzonette”:
“È indubbio che la musica non possa essere considerata solo come una bella melodia orecchiabile da ascoltare magari in mezzo al traffico cittadino, a una festa o durante un periodo no – scrive - La musica è anche un ottimo mezzo per comunicare, in grado di raccontare una storia e, in molti casi, un intero periodo storico […]. Ho sempre pensato che guardare la storia attraverso le lenti della musica fosse un modo formidabile per conoscere il mondo”.
I solchi della storia si spinge fino ai giorni della pandemia (gennaio 2020) attraverso la tesa Eazy Sleazy dell’indomabile Mick Jagger che racconta il lockdown, ma anche la leggenda complottista girata intorno alla gestione sanitaria dell’infezione:
“Inoculando il vaccino
Bill Gates è nel mio flusso sanguigno
È un controllo mentale
La Terra è piatta e fredda
non si è mai riscaldata”
Ricadute socio-politiche e psicopatologiche peraltro già anticipate dal Gaber di La peste (1974); e prima ancora dal furente Bennato di Bravi ragazzi (1971). Vale la pena citare per intero, hai visto mai possa schiarire la memoria di qualcuno:
“Una di notte, c’è il coprifuoco/ e pensare che all’inizio sembrava quasi un gioco/
Ora non c’è più tempo per pensare/ tutti dentro, chiusi ad aspettare/ Ognuno ha avuto le sue razioni/ poveri e ricchi, cattivi e buoni/ Ognuno ha fatto le sue preghiere/ ora si tratta solo di aspettare/ Bravi, su, bravi ragazzi/ ma non è il caso di agitarsi/ Bravi, su, fate i bravi ragazzi/ Vedrete che poi sistemeremo tutto/ Per fronteggiare la situazione/ c’è stato un programma alla televisione/ hanno parlato tutti gli avvocati/ di tutte le bandiere, di tutti i partiti/ Ed è stato proprio commovente/ vedere tutti quei grandi sacrificare le proprie idee/ in nome del bene della gente/ Poi hanno dato severe istruzioni/ di stare calmi e stare buoni/ Buoni, su, buoni ragazzi/ Ma non è il caso di agitarsi/ Bravi, su, fate i bravi ragazzi/ Vedrete che poi sistemeremo tutto/ Sistemeremo tutto, sistemeremo tutto”
Il libro è puntiglioso e ricco di informazioni. Controindicazione (salutare): può far rimpiangere la storia e la canzone d’autore che c’erano e che oggi non ci sono più.
I solchi della storia. Gli avvenimenti che hanno ispirato grandi musiche
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