I testicoli di Hitler
- Autore: Alain Libert, Victor Drossart
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2019
Il marito di tutte le donne, la moglie di tutti i mariti, il fidanzato della Germania, un perverso polimorfo: sono ipotesi sulla sessualità del capo del nazismo, forse l’enigma più impenetrabile che riguarda l’intera sua esistenza. Si tratta, peraltro, di alcuni capitoli della ricerca di due storici francesi, Alain Libert e Victor Drossart, apparsa oltralpe nel 2015 e da poco proposta in Italia dalle Edizioni Mimesis: I testicoli di Hitler. Segreti e perversioni nella camera da letto del Führer (2019, 147 pagine, 15 euro).
Non è il caso di scomodare teorie freudiane o junghiane sulla psicopatologia della sessualità di Adolf Hitler, perché quello che interessa allo storico Drossart e all’ex insegnante di storia Libert, autore di numerose indagini storiografiche, è tracciare un profilo di quella componente della vita di un uomo tanto importante, in negativo, nella storia del Novecento. Ricostruirla, come la trama di un romanzo giallo, senza per questo cacciarsi necessariamente tra le lenzuola del Führer o andare alla ricerca di indiscrezioni pruriginose.
Un autentico mistero, perché della sfera sessuale dell’ex piccolo caporale di Braunau (1889-1945) non si sa assolutamente nulla. Non esiste alcun documento, cartaceo, fotografico, video - non uno, insistono gli storici - che lo riprenda in atteggiamento meno che distaccato con una donna. E nessuna lettera privata, biglietto, cartolina o fotografia autografata con espressioni appassionate nei confronti di qualcuna, come si usava allora. Solo il certificato di matrimonio con Eva Braun, redatto il 30 aprile 1945, il giorno precedente il suicidio.
La totale assenza di prove dirette costringe a rivolgersi ai testimoni dell’epoca, spiegano i due autori, ma di fronte a un personaggio ingombrante come Hitler nessuno può essere considerato affidabile, per motivi opposti: perché ognuno avrebbe avuto ragioni per raccontarlo come un essere più spregevole di quanto sia stato effettivamente o, al contrario “ma più raramente”, per idealizzarlo. Non ne parliamo poi dei tanti, che per protagonismo o per tornaconto pur non avendo visto assolutamente nulla, sostengono d’essere al corrente di chissà quali indicibili segreti. Ci sono anche quelli che hanno convinto se stessi di sapere, ma non sanno.
La mancanza totale di notizie ha scatenato in oltre settant’anni una ridda di ipotesi contraddittorie e prive di fondamento.
E i freudiani, che non possono ignorare un fenomeno del genere senza tentare di spiegarlo, non fanno che complicare ancora di più la questione.
L’intento di Drossart e Libert non è però sbirciare, inventare, montare scoop e rivelazioni da rotocalco popolare. Non c’è la volontà di dimostrare che Hitler fosse eterosessuale, omosessuale, asessuato o “un gran perverso”. Non ci sono grandi rivelazioni, sebbene in conclusione venga indicata una traccia da seguire, ma senza spacciarla per la verità assoluta.
Sessualità zero, dunque, nell’agiografia hitleriana. Il suo innegabile carisma non faceva affidamento del resto sul culto della virilità del capo (mito tanto caro a Benito Mussolini). La leadership hitleriana, pur nutrendosi ugualmente di attenta propaganda e adunate oceaniche alla luce delle torce, si basava sulle manifestazioni di una volontà di ferro, sull’evidente magnetismo personale e sull’ascendente della parola sostenuto da un innegabile talento oratorio. I filmati non gli rendono giustizia ai nostri occhi, in epoche diverse dai fatidici anni Trenta, il mutamento dei tempi ha reso impossibile rendersi conto della capacità di convincimento esercitata sulle masse da discorsi furenti. Il suo modo di porsi dal palco sembra soltanto ridicolo. Il Duce mascelluto si porgeva in modo ancora più goffo, eppure entrambi esercitavano un’attrazione irresistibile sulle folle.
A proposito di impatto pubblico del suo fascino, se Hitler resta impenetrabile per quanto riguarda il suo rapporto col gentil sesso (o in genere col sesso), non si può dire lo stesso del fenomeno di autentica adorazione femminile nei suoi confronti. I filmati lo vedono intrattenersi spesso con donne giovani e belle. Mentre lui mantiene sempre un atteggiamento più che corretto, la grandissima parte delle tedesche manifesta “un fervente entusiasmo”, alla sua presenza.
Pur senza certezze, se non mere ipotesi e soprattutto indiscrezioni perfino improbabili, più di una gli è comunque stata accostata nel corso della vita: la nipote Geli Raubal, la bellissima e disinibita regista Leni Riefensthal, l’amante e moglie per un giorno Eva Braun. Ma non c’è il minimo particolare sulle relazioni e nemmeno è certo che abbia mai consumato un rapporto carnale, perfino con Eva.
Questo ha scatenato altre “suggestioni”, ugualmente prive della minima certezza, sulla sessualità enigmatica di Hitler, sulla volontà di occultare qualche perversione sessuale di cui era schiavo o di nascondere un’eventuale omosessualità, di cui si è pure chiacchierato. Altri hanno avanzato l’ipotesi di una sorta di ascetismo sessuale. Autoimposto oppure obbligato?
In conclusione, l’ampia e tutt’altro che “polverosa” ricerca I testicoli di Hitler (si legge come un articolo da mensile di storia, per quanto lungo) accompagna in un percorso “nell’incertezza, nel non detto, nelle grandi verità non verificabili”. In una nebbia fitta, che chissà quando si diraderà. Probabilmente, mai più.
I testicoli di Hitler. Segreti e perversioni nella camera da letto del Führer
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I testicoli di Hitler
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