Il Belpaese. L’Italia che ho vissuto raccontata agli italiani che verranno di Gerardo D’Ambrosio, Luca F. Garavaglia

Gerardo D’Ambrosio, ex magistrato 81enne del pool di Mani Pulite a Milano, attualmente senatore della Repubblica, in questa intervista con Luca F. Garavaglia ripercorre mezzo secolo della nostra storia nazionale, dalla fine della guerra e dagli anni della Ricostruzione fino a oggi.

In questo libro pubblicato dalla casa editrice Carte Scoperte nel 2011, l’Italia che D’Ambrosio ha vissuto è raccontata agli italiani che verranno con gli occhi del magistrato impegnato in prima linea in durissime inchieste su eventi di grande risonanza: dalla strage di piazza Fontana del 1969 all’avvento del terrorismo di sinistra e di destra degli anni Settanta; dallo scandalo sui petroli al caso del Banco Ambrosiano; dalle indagini sulla criminalità organizzata per arrivare a Tangentopoli.
In questa chiacchierata con D’Ambrosio si affrontano tantissimi temi, sottolineando le storture di un paese sì dalle grandi potenzialità, ma sempre più affetto dal malcostume politico, dalla diffusa illegalità, dall’enorme evasione fiscale, che lo hanno portato a diventare l’anello debole dell’Europa.
Una classe politica degenerata nel suo decoro istituzionale, incomparabile con quella della Prima repubblica, all’insegna, forse, del stavamo meglio quando stavamo peggio. Ma anche l’idea di noi italiani di considerare lo Stato come un’entità nemica, da diffidare e, se possibile, da eludere o raggirare.
E, ancora, la penosa situazione in cui versano la magistratura e il sistema giudiziario, con le solite carenze di uomini, strutture, fondi, con le inefficienze e i tempi biblici nella definizione dei processi, da cui ne consegue la generale sfiducia da parte della gente.
D’Ambrosio sottolinea poi l’incapacità di tanti di saper prendere le distanze da quelle situazioni incompatibili che minano la credibilità stessa dello Stato.

"Nel nostro paese il conflitto di interessi, ovunque sussista, non pare interessi nessuno"

Non c’è indignazione da parte di chi dal conflitto è danneggiato o è stato danneggiato. Anche quando c’è stata la possibilità di farlo, i problemi dei conflitti di interesse non sono stati affrontati in parlamento, in modo da risolverne una volta per tutte almeno qualcuno o il più importante. Ma c’è di peggio: lo Stato, oltre a non funzionare, a volte ha fatto di tutto perché non si arrivasse a risultati concreti ed effettivi. Eppure non c’è dubbio che lo Stato, se vuole, ha enormi possibilità.

Un’intervista a tutto tondo che fotografa le cause dell’attuale crisi sociale, culturale ed economica italiana.