Il Castello a mare di Palermo
- Autore: Carmela Angela Di Stefano e Giuseppe Lo Iacono
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Cronistoria della demolizione di un monumento. L’attento e curato studio di Carmela Angela Di Stefano e Giuseppe Lo Iacono focalizza l’attenzione su un momento particolare della storia del Castello a mare di Palermo che occupava una vasta area nei pressi dell’antico porto. Quella che si narra e documenta è la nefasta fase della sua demolizione che si realizzò in tempi diversi, privando la città di un monumento che ne aveva caratterizzato tutta l’area portuale per la sua allocazione strategica e per la ricchezza e varietà degli edifici che sorgevano al suo interno.
Il “Castello” ha assolto nel tempo un importante ruolo e se ne ha testimonianza sin dai tempi della conquista mussulmana. Una prima notizia certa risale al secolo undecimo quando i Pisani condussero un attacco alla città, spezzando la catena tesa a protezione del porto, attaccata ad un bastione del Castello. Durante la guerra del Vespro il maniero doveva essere ben difeso se fu attaccato senza successo dalla flotta di Roberto d’Angiò; nel 1373 vi risiedette Federico II di Aragona, costituendovi una sede proprio nel Castello che di fatto da semplice presidio si trasformò in sede viceregia. Successivamente si ha notizia di altre modifiche nella destinazione in prigione e per un breve periodo anche Tribunale della Santa Inquisizione.
Quando fu destinata a prigione, nel 1593 una forte esplosione al suo interno, causò la morte di circa duecento persone, ivi detenuti tra cui rivoltosi, cospiratori e l’insigne poeta Antonio Veneziano accusato di diffamazione. Si ebbe poi una ricostruzione dei bastioni alla fine del Cinquecento con un recupero quasi totale del costruito insieme ad altre grandi trasformazioni urbane. Il prolungamento verso il mare, venne peraltro a coprire la limitrofa necropoli e l’area del Castello a Mare non assolvette più la funzione di prigione, essendo sorte nel frattempo le Carceri Borboniche della Vicaria.
Quella del Castello a mare era un’area trincerata gloriosa, testimone davanti alle sue acque di grandi battaglie navali, divenuta in epoca borbonica presidio stabile non solo a difesa della città ma per il controllo del territorio urbano, viste le frequenti rivolte prima dello sbarco dei Mille.
L’opera più radicale di demolizione si ebbe, tra il 6 e l’8 giugno nel 1922 alla presenza di Re Vittorio Emanuele III, di ministri, deputati e senatori e dell’ambasciatore statunitense. Ciò per discutibili ragioni di sanità pubblica, ma molto più probabili ragioni legate ad operazioni finanziarie legate all’utilizzo dell’area per altre destinazioni come peraltro avvenne in altre grandi città nel nuovo Stato unitario. Era debole in quei tempi l’azione di tutela dei beni artistici e storici di rilevanza e non si ebbero opposizioni di rilievo.
La sua demolizione ha lasciato un vuoto pressoché incolmabile nella “narrazione” storica del tessuto urbano di una città e di un territorio che con questa prestigiosa pubblicazione, i due autori hanno voluto colmare, corredando il volume, di una ricca bibliografia, di illustrazioni, grafici, riproduzioni e fotografie che ripercorrono i momenti salienti di questa importante area monumentale. Un recupero totale dell’area del Castellamare come parte integrante del percorso UNESCO, completerebbe l’immagine di una città quale era al tempo in cui i suoi monumenti vennero eretti.
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