Il Golpe Borghese. Trame atlantiche e strategia della tensione
- Autore: Mauro Falchetti, Matteo Reggiani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Becco Giallo
- Anno di pubblicazione: 2024
Al netto del retoricismo e/o del complottismo e/o dell’innocuità connaturati a un’ampia fetta pubblicistica overground, una collana come “Misteri d’Italia a fumetti” della Becco Giallo, si attesta come voce che grida nel deserto (dis)informativo: laddove nessuna voce grida più, o se grida, grida a salve secondo stereotipia. Sugli anni cosiddetti di piombo, in tanti scrivono e straparlano da ventriloqui di Stato: generalizzano.
Connotano, per esempio, qualsiasi organizzazione armata di quegli anni come espressione terroristica (il terrorismo è stato ed è cosa differente dalla lotta armata). Per miopia intellettuale o quieto vivere, le anime belle giurano inoltre sull’indiscutibile statuto di democraticità dell’Italia di allora.
Come se Gladio, P2, SID, la frastagliata galassia di istituzioni parallele, le schedature di anarchici e comunisti (poi ci ai indigna per le schedature della STASI), le stragi di stato e le sentenze-farsa a esse seguite, fossero cronache marziane e non la cifra caratterizzante di una sedicente Repubblica, malata di golpismo e di Far West. Non soltanto nel senso delle armi in pugno, ma anche – soprattutto - della dipendenza americana.
Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, il tentativo di colpo di stato assurto alla storia come “Golpe Borghese” - dal nome dell’ideatore Junio Valerio Borghese, fondatore del Fronte Nazionale, comandante della X° Flottiglia MAS e aderente alla Repubblica Sociale Italiana della Repubblica di Salò (nonché patriota e gentiluomo, se ne desume) – è di solito tramandato come farsesco esperimento revanscista ordito da attempati nostalgici del regime fascista. Intendevano - secondo vulgata - senza colpo ferire, ripristinare ordine in un Paese - da Piazza Fontana in poi - in stato di diffusa agitazione.
A leggere le pagine dell’inchiesta a fumetti che Mauro Falchetti e Matteo Reggiani licenziano per “I misteri d’Italia” di Becco Giallo – Il Golpe Borghese. Trame atlantiche e strategia della tensione - si capisce che la storia è ben diversa: nel senso che il tentato golpe all’italiana poco o nulla ha avuto di velleitario o di farsesco. Si intuisce, inoltre, il perché della tendenza specifica del Belpaese (ma quanto mai?) a far finire tutto a tarallucci e vino. Scandali, bancarotte, inciuci di governo, omicidi e bombe di Stato. Sentenze giudiziarie comprese: è questo il vero scandalo delle stragi. Rimaste impunite proprio perché stragi di Stato.
Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, si diceva, un numero consistente di veicoli militari si mette in marcia in tutta Italia. E’ questo l’incipit fibrillante dell’operazione “Tora Tora”, il piano golpista di estrema destra, misteriosamente interrotto a poche ore dal discorso in diretta nazionale con cui Junio Valerio Borghese avrebbe dovuto annunciare alla Nazione l’instaurarsi di un nuovo regime di governo. A più di mezzo secolo da questi fatti dobbiamo ancora fare i conti con le questioni inevase. Seppure pleonastiche (Pasolini docet), quanto meno per chi ancora diffida di depistaggi e verità ufficiali.
Perché il golpe Borghese non è andato in porto? Chi era il capo effettivo dell’operazione? Chi, soprattutto, avrebbe comandato l’Italia a seguito del colpo di stato? Le pagine - illustrate in un bianco e nero incisivo, di grande formato - di “Il golpe Borghese” rimandano a climi, indignazioni, taglio e passo (e refoli di ironia) da spy story. La lista in sé dei personaggi arruolati per il tentato golpe - attori e comprimari, piduisti, politici, militari, estremisti di destra, supervisori americani, la ‘ndrangheta, Cosa Nostra, l’immancabile Andreotti - spiega, in fondo, il perché l’idea del golpe sia sfumata sul più bello, e transitata alla storia come ennesima storiaccia all’italiana. In questa che appare come una minuziosa – e attentissima - ricostruzione storica dei fatti (compresi i grotteschi fatti giudiziari) Mauro Falchetti e Matteo Reggiani, dimostrano insomma, in primo luogo come a dispetto delle carte di tribunale, il tentativo di colpo di Stato del 1970, è stato tutt’altro che un’innocua goliardata di reduci di guerra. Piuttosto un serio tentativo di sovvertire nottetempo il governo della Nazione. A disposizione dei golpisti erano persino stati allertati navi e aerei per il trasporto di nemici “catturati e deportati via mare e cielo” in Sardegna. Decimomannu e Capo Marragiu erano i siti destinati al confino. Insieme a “strutture già individuate dal generale de Lorenzo ai tempi del Piano Solo (1964).
L’autorevolezza delle intenzioni del Principe nero (Borghese) & accoliti dovrebbe, a questo punto, risultare apodittica. E allora come interpretare le frasi pilatesche pronunciate dalla Commissione Pellegrino (la Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia costituita nel maggio 1988), liquidatorie di decenni di indagini sul tentativo di colpo di Stato?
“Non si può escludere, però, che sin dal primo momento era stato deciso che l’azione non andava portata a compimento; doveva suonare come una ‘intentona’ a scopo di avvertimento per ottenere risultati affatto destabilizzanti; la qual cosa era accaduta già con il “messaggio” affidato al “tintinnar delle sciabole”, il cui peso era stato considerevole nella risoluzione della crisi del 1964”.
Così recita, fra l’altro, la requisitoria.
Tornando al volume: è solido, ben scritto, ottimamente illustrato e congegnato. Sembra lo story board dei film di denuncia che si usavano un tempo. Quando l’espressione artistica era ancora strumento idoneo alla denuncia e all’impegno civile. Il graphic novel di Mauro Falchetti e Matteo Reggiani appartiene fuori tempo massimo (purtroppo) alla fattispecie. Per questo la sua lettura risulta salutare e imperdibile.
Il golpe borghese. Trame atlantiche e strategia della tensione
Amazon.it: 19,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Golpe Borghese. Trame atlantiche e strategia della tensione
Lascia il tuo commento