Il Leviatano dai piedi di argilla. Il disastro Covid-19 tra retorica della paura e scientismo di Cristiano Codagnone e Stefano Bracaletti

La gestione autocratica della pandemia di Covid-19 ha rappresentato l’espressione di potere più aggressiva dalla fine del secondo conflitto mondiale.
In nome di una scienza eterodiretta dalle lobby del farmaco, col consenso di media e governi occidentali – in primis quello italiano – si sono enfiati e/o di contro strumentalmente occultati, i numeri comprovanti l’inefficacia del lockdown quanto dei vaccini. Il fatto che lockdown e vaccini abbiano costituito i capisaldi di “sicurezza” preventiva imposti obtorto collo dai governi, carica di gravità ulteriore la circostanza.
Nelle nuove stanze dei bottoni qualcuno mentiva sapendo di mentire. Se in futuro esisteranno ancora libri di storia degni di tal nome (data l’istituzione su larga scala del pensiero unico viene da dubitarne) l’oltraggiosa conduzione dell’emergenza pandemica verrà studiata come caso evidente di ingerenza politica sulla scienza e nella vita dei cittadini.
A distanza di sicurezza dal partigiano bailamme di giornali, social e televisioni, forti del sostegno della letteratura scientifica pubblicata sin qui (circa mille le fonti autorevoli citate nel testo), i ricercatori Cristiano Codagnone e Stefano Bracaletti pubblicano adesso per Meltemi un saggio da assumere come il primo lavoro di taglio accademico sull’amministrazione politico-sanitaria della recente pandemia. In altre parole: non un’inchiesta giornalistica, non un pamphlet filosofico, ma ugualmente un libro nero su Il disastro Covid-19 tra retorica della paura e scientismo (come recita il sottotitolo del libro).

Proprio l’approccio oggettivo con il quale le contraddizioni gestionali della pandemia vengono enucleate costituisce l’aspetto più inquietante della trattazione: durante l’articolato corso della pandemia, scienza (un certo tipo di scienza, fideistica e irrazionale, oppure asservita agli ordini del neoliberismo farmaceutico) e politica hanno millantato terrore e sicurezza (presunti) scientemente, estendendo il modello foucaultiano di sorveglianza e punizione a chi si professava refrattario alle proposte isolazioniste-vacciniste, imposte come nuovo credo civico.

Il lavoro di Codagnone e Bracaletti ha un titolo evocativo - Il Leviatano dai piedi di argilla (Meltemi, 2024) - e una quarta di copertina pleonasticamente dubitativa che, per una volta, va citata rigo per rigo:

I governanti hanno ripetutamente affermato di seguire sempre e unicamente la scienza, ma i dubbi sono molteplici. Anzitutto, questa affermazione è veritiera? E, poi, quale scienza è stata seguita? Che cosa è davvero successo perchè accettassimo di essere privati di diritti e libertà fondamentali, fossimo più volte reclusi in casa, vedessimo le nostre città vuote, saltassimo i regolari controlli medici, fino a sentirci depressi? Soprattutto, cosa ha fatto sparire il dissenso e il dibattito sostituendoli con un pensiero unico ‘pandemicamente’ corretto?

A questi interrogativi sin qui inevasi, Codagnone e Bracaletti forniscono risposte, in un testo poderoso (400 pagine) che non si sottrae alle verità più scomode.
Un testo denso, di spunti e approfondimenti, che tocca e declina gli aspetti-cardine della pandemia – costi sociali e psicologici, modelli previsionali e statistiche sulla mortalità, cure, vaccini, mascherine, tamponi -; approdando a un doppio risultato: 1) affronta la “traduzione” della gestione pandemica con onestà e nessuna reticenza, basandosi su dati di esclusiva improntata scientifica; 2) agevola un pensiero critico (oppositivo alle logiche tecnocratiche sulle quali ha poggiato la “guerra” - dicitur - contro il Covid) -, sulla base del quale rileggere la storia - oggettivamente impattante per il grado di pervasività sociale - degli eventi.
Per l’impianto tassonomico e la nettezza intellettuale con cui è redatto, il saggio è imperdibile. Di autentica caratura disvelante.