Il Mediterraneo in barca
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2019
“Il Mediterraneo in barca” (Piccola Biblioteca Adelphi 2019, titolo originale "Mare nostrum ou La Méditerranée en goélette", traduzione di Giuseppe Girimonti Greco e Maria Laura Vanorio, con una nota di Matteo Codignola) di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989), contiene il resoconto di una crociera compiuta nel Mediterraneo, da Porquerolles alla Tunisia passando dall’Elba, Messina, Siracusa, Malta, a bordo di una goletta.
Porquerolles, 23 maggio 1934. Il Mediterraneo è... Il Mediterraneo è... Il Mediterraneo...
Nella fotografia color seppia che apre questo suggestivo libricino da leggere di fronte al mare luccicante, appare Georges Simenon seduto sul bordo di una nave, pipa in bocca mentre osserva incuriosito l’orizzonte, forse immaginando la trama del suo prossimo romanzo. Per il prolifico autore belga il Mediterraneo è una distesa d’acqua di un azzurro color liscivia, con tante piccole onde, un pullulare confuso di vele bianche e, a volte, la scia grigia di un piroscafo.
Se per la maggior parte delle persone il mare significa bagnanti in costume sulla spiaggia, giocatori nei casinò, pescatori nei porti, uomini in berretto bianco sugli yacht e in lontananza, sulla linea dell’orizzonte, una nave che passa, queste stesse persone non si rendono conto che il Mediterraneo non è un mare vasto, ma piccolissimo, non a caso “viene definito bacino, ma faremmo meglio a chiamarlo córso”.
Simenon aveva deciso di prendere in affitto una barca a vela per una crociera di sei mesi, un modo per ricaricarsi, per avere davanti agli occhi un nuovo scenario, uno spunto per raccontare nuove storie. Per esempio andare per mare è anche un modo per avvicinare le celebrità internazionali. Ѐ come passeggiare lungo il córso. C’è il sedici metri del giovane divo del cinema e il dieci metri del grande tenore, il modesto panfilo di un direttore di giornale e i due racer del magnate di una casa farmaceutica, lo yacht del banchiere americano e il ketch di un aristocratico inglese, il due alberi di un ministro egiziano e quello di un finanziere greco. Da che mondo è mondo, sia negli anni Trenta del XX Secolo, sia nel Terzo Millennio la barca è vista come uno status symbol.
Da citare le fotografie che appaiono nel testo, tutte del papà del commissario Maigret con una tra le più suggestive: alcuni pescatori intenti a districare le reti all’interno di un peschereccio. Molto spesso le foto scattate da Simenon durante la sua intensa stagione di viaggi anticipano nei dettagli personaggi e scene che, anche a distanza di anni, si ritrovano nei suoi romanzi, come sottolinea Codignola nella nota “Gli album di Simenon” alla fine del libretto. Ma quello che è sempre più interessato al grande Georges, è stato scrutare nei meandri dell’animo umano, in quel cuore nero che si nasconde in ciascuno di noi, senza giudicare e senza condannare, perché tutti gli uomini e le donne del Pianeta sono fallibili.
Nelle burrasche, chi stava meno male si prendeva cura degli altri.
Il Mediterraneo in barca
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