

Il Miracolo di Ozegna. Anno Domini 1623
- Autore: Enzo Morozzo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Prodigio! Il ragazzo ha riacquistato la parola, poi l’ha persa, ma la ritroverà recandosi in pellegrinaggio a Oropa, come gli ha detto la signora vestita di bianco, di certo una forestiera, incontrata ai Prati dei Goritti. Nasce dalla passione di Enzo Morozzo per la storia e le tradizioni locali il romanzo Il Miracolo di Ozegna. Anno Domini 1623, pubblicato nel quarto centenario dell’apparizione dalla Tipografia Editrice Baima-Ronchetti (Castellamonte-Torino, 2023, 204 pagine).
È lo stesso ricercatore ozegnese, insegnante in pensione, a chiarire nella postfazione che scrivere un romanzo storico comporta il ricorso alla fantasia, in parte maggiore o minore, per quanto la creatività non possa ritenersi svincolata dall’autenticità del passato. Morozzo impartisce una franca e nitida lezione di tecnica narrativa: ambientando una storia in un periodo preciso, occorre tenere conto delle abitudini, della vita e della situazione generale di allora, per tratteggiare lo sfondo della vicenda. I personaggi autentici vanno resi vivi, quelli inventati devono risultare attendibili, tanto nell’agire che nel pensare, aderenti per quanto possibile alla mentalità dell’epoca. Sono indispensabili ricerche preliminari per cogliere particolari, anche minimi, utili a rendere plausibile la vicenda narrata e “incanalare” la fantasia “nell’ambito della credibilità”, pur dovendo necessariamente colmare di propria mano i vuoti tra un dato storico e l’altro.
In questo romanzo, “a stimolare la fantasia” sono stati i punti meno chiari dei fatti storici, dovendo sciogliere aspetti oscuri o sviluppare quelli mancanti.
Si narra di Guglielmo Petro, reso muto da una malattia. La famiglia aveva fatto voti per la guarigione, senza risultati. Secondo le cronache, il 21 giugno del 1623 la Vergine si sarebbe manifestata per due volte al giovane, impegnato nella fienagione dove oggi sorge il santuario della Madonna del Bosco. Dapprima gli apparve una figura femminile vestita di bianco, esortandolo a pregare. Assistito dallo zio, iniziò le orazioni, durante le quali la visione si ripresentò, sollecitandolo a raggiungere il Santuario mariano di Oropa, nel Biellese. Una volta in quel luogo sacro, avrebbe riacquistato la voce. Gli abitanti di Ozegna lo ritennero un miracolo e insistettero perché nel luogo delle visioni venisse edificato un santuario, che divenne un punto di riferimento religioso importante, nell’alto Canavese.
Morozzo scrive che la mattina del 21 giugno 1623 Besso Petro e il nipote Guglielmo, con gli amici Martino e Bartolomeo, sono nei prati oltre il bosco dei Goritti a falciare l’erba e spargerla, per farla seccare e farla diventare fieno. Meno esperto e attardato rispetto agli altri, il ragazzo si sente chiamare da una voce femminile alle spalle. “Guglielmo, Guglielmo Petro”. È una donna, una signora non originaria delle terre del Ducato, che non veste i gonnelloni arricciati in vita delle popolane o le gonne a corolla delle nobili. Indossa un abito bianco morbido e fluente, con un drappeggio azzurro e dorato che le avvolge i fianchi, risalendo sulle spalle a formare un mantello. Per copricapo, tre corone di grandezza decrescente sembrano sovrapposte una sull’altra. Emana autorevolezza, ma senza protervia o rigore. Non poggia i piedi a terra, è come sollevata dal suolo, sostenuta da due giovanetti, anch’essi vestiti di bianco: gli ricorda la figura della Madonna di Oropa. Levato il cappello di paglia, Guglielmo s’inginocchia e con la punta del bastone traccia in terra una croce. La signora scompare dopo avergli chiesto di andare dallo zio e farsi insegnare l’Ufficio della Madonna. Il giovane avverte che qualcosa sta cambiando dentro di lui: lingua e gola sembrano formicolare, una specie di forza preme come se volesse uscire dalla bocca. Si rialza correndo verso Besso.
Più tardi, nel castello di Ozegna, l’amministratore Giovanni Francesco Rho e i conti Battaglione di Agliè, padre e figlio, discutono del momento difficile oltre le Alpi. Nel centro dell’Europa infuria la guerra dei trent’anni e gli interessi dell’arciduca d’Asburgo e del cardinale Richelieu - in ascesa in Francia, per volere di re Luigi XIII - potrebbero convergere contro i protestanti e coinvolgere il Ducato di Savoia in un conflitto che non lo riguarda. Li distrae un suono inatteso di campane e un’improvvisa confusione dabbasso. Due sguattere di cucina levano alte le braccia e le voci: “Miracolo! Miracolo!”. Il maggiordomo, al rientro dal centro del paese, raggiunge il castellano ed espone quanto appreso: l’improvviso riacquisto della voce da parte di un ragazzo, la nuova perdita, la necessità di un suo pellegrinaggio a Oropa perché la guarigione possa diventare definitiva. Ma la cosa più stupefacente è che alla base di tutto ci sarebbe l’apparizione al giovane della Beata Vergine Maria.
Del miracolo viene investita la Chiesa, risalendo la gerarchia ecclesiastica, dal pievano don Cesare Braida al vescovo d’Ivrea, monsignor Ceva. Comincia la storia quadricentenaria del Santuario della Madonna di Ozegna; completato nel 1625, con l’annesso ex convento francescano, è un esempio architettonico del primo barocco piemontese. Vi sono raccolti ex voto pittorici donati dai fedeli dei paesi limitrofi, oggetti d’ingenua devozione e riconoscenza per grazia ricevuta, ai quali l’Editrice Baima-Ronchetti ha dedicato nel 2023 il libro Ex voto del Santuario Madonna del Bosco di Ozegna.
Il romanzo di Enzo Morozzo, scritto con lodevole semplicità e in modo estremamente fluente, è stato pubblicato con la collaborazione del Municipio ozegnese - tra i trecentododici della Città Metropolitana di Torino - e dell’Associazione culturale cittadina ’L Gavason, della quale l’autore fa parte fin dalla fondazione.

Il miracolo di Ozegna. Anno Domini 1623
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