Il peggiore. Ascesa e caduta di Massimo D’Alema e della sinistra italiana
- Autore: Giuseppe Salvaggiulo
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Chiarelettere
- Anno di pubblicazione: 2013
Fresco di stampa questo profilo ben impostato e non celebrativo sul Lider Maximo per definizione del Partito Democratico: Massimo D’Alema. Un effervescente ritratto di uno dei politici più intelligenti e supponenti della sinistra italiana. Tant’è, infatti, che di nomignoli il nostro ne ha collezionati parecchi, proprio per la sua personalità piuttosto urtante che lo ha sempre contraddistinto e portato ad emergere tra il grigiore generale dei compagni: Baffino di ferro o Baffino d’acciaio (Giampaolo Pansa); Spezzaferro; Volpe del Tavoliere (Luigi Pintor); il Migliorino; Minimo (da Tango, il supplemento dell’Unità); Togliattino (Corrado Staiano); Dalemix o Dalemone; L’inaffondabile calamitoso (Franco Cordero).
Massimo D’Alema, raffinato, sagace - “la testa più pensante della sinistra e anche della destra”, secondo Roberto Gervaso -, sottile tattico, ma non grande stratega. Basta tornare a ritroso con la memoria nel tempo, per ricordare che nei tanti capitomboli della sinistra c’è stato spesso anche il suo zampino. L’Ulivo, ad esempio, è stato una sua creatura che egli stesso ha poi distrutto attraverso una manovra di palazzo ai danni di Romano Prodi nel 1998, allora presidente del consiglio, aiutato dalla manina di Fausto Bertinotti e sotto l’abile regia di Francesco Cossiga. D’Alema si presenta come grande avversario di Silvio Berlusconi ma, al contempo, mostra di essere spesso e volentieri ben disposto a dialogare con lui.
Ritratto politico e anche caratteriale dell’uomo – che nel privato scopri addirittura essere brillante e simpatico -, del suo rapporto distaccato con il denaro, conflittuale invece con i media, i giornalisti, i compagni di partito, gli avversari politici. Notorie, inoltre, alcune sue scivolate pubbliche come la vicenda della casa in affitto a equo canone o l’acquisto della barca Icarus, forse un po’ troppo per chi si definisce allievo di Enrico Berlinguer. Non un gran colpo di immagine per uno di sinistra fu anche quello di andarsene in giro calzando scarpe fatte a mano, costate quanto un salario da operaio.
Del resto, il nostro è sempre vestito elegante in ogni occasione, per un personaggio pubblico è quasi un obbligo: già da ragazzo - si pensi - non ha mai sopportato portare i jeans.
Un caleidoscopio di aspetti, aneddoti interessanti e intriganti, alcuni anche inediti, che fanno capire di quale pasta sia fatto D’Alema.
Lettura allettante, stile rapido e spumeggiante, quello di Giuseppe Salvaggiulo, da cui emerge un protagonista a tutto tondo, con le sue battute al veleno e le sue idiosincrasie.
Libro da consigliare a tutti – persino a chi segue poco la politica - perché si può consumare con gusto e piacevolezza anche sotto l’ombrellone.
Il peggiore. Ascesa e caduta di Massimo D'Alema e della sinistra italiana
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