Il ballo di San Vinicio Capossela di Massimo Padalino

Quando mi è arrivato il libro (gentile omaggio di www.sololibri.net) sono rimasta un poco basita, perchè mi è parso che 600 pagine fossero un poco troppe...
Poi leggendolo ho capito il senso di questa mole immensa, nella misura in cui ad ogni riferimento specifico a un libro, a un cantante, a un luogo, c’è un approfondimento puntuale.
A volte ho trovato un pochino tirati questi riferimenti (il ruolo di Di Pietro dopo tangentopoli, per esempio, non mi pareva molto collegato), ma poi ho riflettuto che un libro su Vinicio non poteva che essere come Vinicio: caotico, incasinato, pieno di cose che sembrano buttate alla rinfusa e invece trovano, pian piano, un senso.

Ho ritrovato il Vinicio degli anni ’90, quello più verace, quello più perso, le sue serate alcoliche con Cinaski, quello meno intellettuale, in qualche modo, quello più naif. Negli ultimi anni l’ho un poco perso di vista, perchè la sua malinconia ha lasciato spesso spazio ad altre emozioni, ad altri sentimenti, ad altre ricerche musicali e comunicative.
Per me Vinicio resta quello di All’una e trentacinque circa, quando l’Italia iniziava a scoprirlo, e lui nei concerti bofonchiava parole improbabili, che erano pura poesia.

E ho scoperto il Vinicio nuovo, l’intellettuale, che non conoscevo ancora, e che continua a rassomigliare a se stesso, a cercare relazioni tra mondi diversi e a farne poesia, prima che canzoni. Grazie a www.sololibri.net per l’opportunità.
E adesso mi sa che vado a comprar qualche disco e mi rimetto al passo con i tempi...

- Arcana, 2009