Il bello di uscire dagli schemi
- Autore: Olga Chiaia
- Genere: Autostima, motivazione e pensiero positivo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2015
È legittimo chiedersi se questo libro di carattere schiettamente divulgativo di Olga Chiaia, psicologa e psicoterapeuta dallo spirito eclettico e vivace, sia destinato più a chi non trova gli strumenti adatti per cambiare qualcosa di sé (pur sentendone la necessità), o piuttosto a chi cerca di scoprire il senso del cambiare (senza desiderare realmente un cambiamento per sé).
Il titolo sembra più legato alla seconda di queste due ipotesi, mentre il sottotitolo, appositamente spavaldo, pare invece, a chiasmo, corrispondere alla prima: Il bello di uscire dagli schemi: Superare rigidità e trappole mentali, vivere flessibili e felici (Feltrinelli, 2015). In effetti, questo scritto di 153 pagine pare alla fin fine voler soddisfare entrambe le esigenze. Un titolo quindi che crea non placide aspettative, e che sembra rivolto a un pubblico abbastanza diversificato.
Non sfugge poi di certo all’occhio, nel sottotitolo, la parola “flessibili”: oggi più che mai è indispensabile raggiungere un ottimo livello di flessibilità per poter districarsi dalle insidie che la vita quotidianamente ci propina.
A buon diritto si può affermare che il libro in questione rientri in quell’ormai vasto territorio della letteratura che va sotto il nome di “Crescita personale”. Un manuale di impronta vagamente americana, in cui viene spontaneo cercare risposte a problemi molto pratici.
Quando si entra in questo tipo di argomenti, è di fondamentale importanza chiedersi quanto l’autore sia effettivamente in grado di guardare più lontano del lettore, cioè di noi stessi. Quanto sia in grado di illuminare, di smuovere la coscienza del lettore. A questo riguardo, ritengo che il libro di Olga Chiaia possa essere un’utile e ricca fonte di spunti per dei lettori relativamente giovani, o per delle anime che non hanno esplorato più di tanto il proprio mondo interno. Per persone che hanno fatto ancora poca esperienza di vita, si direbbe.
Il lettore più maturo, più consapevole, più introspettivo, potrebbe invece sentire una lieve discrepanza fra le aspettative generate dal titolo e i contenuti. Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto della motivazione a uscire dagli schemi, che sappiamo essere per sua definizione, ossia per natura, trattenuta da un certo pervicace affezionamento alla comfort zone.
Una lettura ricca di indiscutibilmente validi concetti, valide osservazioni e informazioni, con alcune interessanti e suggestive incursioni anche nel mondo buddista, tibetano, e nel mondo letterario.
Certo, si può essere d’accordo o meno su alcuni assunti, si possono trovare alcuni pensieri parziali e un po’ troppo semplificati, come quello della realtà che si autoavvera o quello del karma, fin troppo abusati nel dialogo spicciolo collettivo.
E c’è da dire pure che il tipo di scrittura tende a essere un po’ troppo denso e verboso, e talvolta ripetitivo: si avverte spesso la necessità di "far respirare" con il giusto tempo i singoli enunciati, anche per aver modo di collocare nell’appropriato spazio dentro di sé gli elementi per sé più utili.
Al contempo, è una lettura che tende talvolta a fermarsi alla considerazione teorica, a volte tinteggiata di qualche facile effettismo, rischiando in qualche caso di mancare quel contatto diretto, penetrante e caldo con la sensibilità soggettiva del lettore.
Avrei preferito che ai vari “occorre”, “si dovrebbe”, “dobbiamo”, “è importante” che cadenzano l’andamento del testo, e che portano a istinto a ritenere il libro una raccolta di insegnamenti da parte di un "guru", l’autrice avesse scelto di essere generosa di esempi pratici, di casi ricavati dalla clinica, di statistiche, per far meglio comprendere perché sia così importante uscire dagli schemi mentali.
E (avrei preferito) si fosse dato maggior peso, lo ripeto, all’aspetto della motivazione, che nel contesto della crescita personale assume sempre un ruolo cruciale, e che è un po’ la conditio sine qua non del mutamento.
Ad ogni modo, quando un libro suscita domande e solleva questioni, è sempre un libro che vale la pena leggere. E non si può non apprezzare, last but not least, l’estrema passione autentica con cui Chiaia affronta i singoli temi del suo libro, mostrando un chiaro e caldo coinvolgimento personale.
A impreziosire ulteriormente il suo lavoro, delle epigrafi a inizio di ogni capitolo e delle citazioni in corpo di testo molto interessanti e ricercate, molto ben scelte, che non mancano di colpire e di aprire porte dentro di noi.
Il bello di uscire dagli schemi
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