Il caso Winckelmann
- Autore: Marina Petronio
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Il caso Winckelmann della pubblicista e traduttrice triestina Marina Petronio (LuglioEditore 2019) ricostruisce con rara perizia e serietà storica l’omicidio più famoso della Trieste settecentesca, dall’eco europea. L’8 giugno 1768, infatti, lo storico dell’arte e archeologo tedesco Winckelmann, all’apice della fama, è vittima di un omicidio tanto efferato, quanto incredibile. Accade a Trieste, che allora faceva parte dell’Impero Asburgico.
Le dinamiche furono chiarite nell’immediato grazie all’efficienza investigativa delle autorità. Numerosi testimoni oculari, attendibili, coerenti e concordanti, dissiparono ogni margine di dubbio sull’identità del colpevole. Si mosse rapida la macchina della giustizia. La statura sociale della vittima richiedeva una punizione esemplare. A ciò, occorre aggiungere la necessità di un monito ai triestini, dalla condotta ritenuta troppo disinvolta rispetto alle direttive di Maria Teresa.
Eppure, come argomenta Marina Petronio, supportata da un’ampia bibliografia e dagli atti processuali, questa vicenda che sembra dominata dal caso continua a presentare alcune porosità. A cominciare dal luogo del misfatto, dal colpevole e movente.
Perché Winckelmann si trova a Trieste?
La città portuale non è una meta, bensì la tappa casuale di un viaggio di più ampio respiro. Perché il protagonista, un cinquantenne umorale e beneducato, desidera tornare nella città eterna. Il suo heimat è Roma, mentre in quella che per semplicità comunicativa chiamo Germania non è sereno. La Germania è stata il suo talent scout; Roma il suo trampolino di lancio per fama, visibilità e sicurezza economica. Vediamo in breve perché.
Una carriera straordinaria
Johann Joachim Winckelmann nasce nel 1714 nella località di Stendal, non lontano da Berlino. Una landa "desolata e diroccata, che non si è ripresa dalle ferite della Guerra dei Trent’anni". Appartiene a una famiglia di ciabattini che si tramandano il mestiere dal Cinquecento. È un adolescente poverissimo, "sostenuto da una passione per lo studio, un’intelligenza eccezionale e una grandissima tenacia". Riuscirà a completare gli studi grazie alla lungimiranza di un maestro e alle sue doti, anche adattative, prima come precettore e poi come manager nella prestigiosa biblioteca privata di Dresda. Il suo sogno però è visitare, anzi, studiare l’Italia. A proposito del nome del suo luogo natale, se pensate a un collegamento con l’autore de Il rosso e il nero, siete sulla buona strada.
Fondamentale di lì a poco l’incontro con il futuro Segretario dello Stato Pontificio, anello di congiunzione con il Vaticano. Ma come aggirare l’ostacolo della sua fede protestante? Tra uomini di mondo un accomodamento lo si trova sempre.
Un piccolo delinquente diventa assassino
Qui entriamo in un terreno scivoloso. Un tal Arcangeli alloggia nel suo stesso albergo a Trieste. In base alle testimonianze, trascorrono molto tempo insieme in giro per la città. Amicizia però è una parola grossa: Winckelmann, che viaggia in incognito, ha probabilmente bisogno di un tuttofare in un luogo caotico che non conosce. Però l’Arcangeli è rozzo, grossolano, poco attraente, sudicio. Un piccolo truffatore che, stranamente, alloggia nella locanda migliore. Sono un duo proprio male assortito.
E se in ballo ci fosse un’ingarbugliata rete di spionaggio, la cui cabina di regia è un’ala del Vaticano?
Oggi la Locanda Grande ha cambiato nome e si è sottoposta a un restyling architettonico. La stanza n.10, ora Suite Winckelmann, è il suo fiore all’occhiello.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il caso Winckelmann
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