Il caso di G. L.
- Autore: Fabrizio Benedetti
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Carocci
- Anno di pubblicazione: 2013
Questo libro è la lettura clinica di un suicidio, anzi di più: è l’interpretazione filosofica di un malessere esistenziale sfociato in un gesto autodistruttivo.
“Il caso di G. L.”, del neurofisiologo Fabrizio Benedetti (Carocci editore, 2013) è un saggio bello e coraggioso (bello proprio in quanto coraggioso): la declinazione in progress di una “malattia mortale” (nel senso più kierkegaardiano che vi riesce di immaginare), aldilà della trascrizione asettica dei referti psichiatrici. Un esempio illuminante di “medicina narrativa”, là dove l’ascolto del paziente risulta funzionale tanto quanto la terapia farmacologica.
Traduco in pillole ma il testo di Benedetti è tutt’altro che riduttivo. G. L. è un ragazzo di venticinque anni che all’improvviso non ce la fa più: durante un viaggio in Africa, faccia a faccia con la sofferenza e la morte, viene investito in pieno dalla consapevolezza del “silenzio di Dio” e dell’indifferenza della Natura. Sperimenta su di sè il peso insostenibile del nostro esser-ci per la morte, al punto da farne un pensiero assoluto, un’ossessione, che lo alienerà via via dalla vita precedente.
“E’ in Africa che iniziò tutto. - scrive G. L. - Non so se maledire o benedire quel giorno che decisi di partire, invitato da dei conoscenti che vivevano lì, vicino a Dakar, e che aiutavano persone del luogo e missionari a costruire asili e scuole. Iniziò tutto con una gita che avevo accettato di fare con padre A., un simpatico frate barbuto che viveva in quei luoghi da anni…”.
Le otto lettere che indirizza al suo medico prima del suicidio (struggenti, analitiche, dei racconti compiuti già di loro) sono uno dei punti-cardine di questo libro. L’altro è dato dalle analisi, dai commenti, dalle “divagazioni” scientifiche, sulle quali Fabrizio Benedetti si dilunga in parallelo ai pensieri di G. L. Ne scaturisce un saggio agile, puntuale, crossover, che - a cavallo di neuroscienze, filosofia, psichiatria - approfondisce le innumerevoli, spesso oscure, dinamiche della mente (e le sue patologie), ponendosi al contempo come un romanzo: il romanzo di una vita e di una ricerca di senso.
Come si può vedere, l’intento è sui generis, apprezzabile anche per gli aspetti filosofico-dialettici che tira in ballo, rintracciabili tra i piani antinomici di metafisica e ontologia, scienza e fede. Le ultime parole sono quelle con le quali Fabrizio Benedetti si accinge a concludere la sua trattazione:
“Il fascino di questo caso è tutto nel perché G.L. si suicida, poiché ci porta innanzi tutto a capire a fondo le origini di un disagio psicologico che noi spesso chiamiamo depressione, ma che forse in tal caso esce da tale definizione. G.L. ci fa capire il disagio esistenziale, o come spesso viene definito “il male di vivere”, nei minimi dettagli e nel suo significato più nascosto. E’ quella di G.L. una reale depressione? O è piuttosto un percorso di logica estrema che lo porta a esplorare cosa c’è dopo la morte? La ricerca ossessiva che traspare dalle sue lettere ci fa affrontare con inusuale realismo il mistero divino, la fragilità dell’esistenza dell’uomo, la tragicità del male e della sofferenza”.
Se vi attirano i libri utili e pieni di senso, “Il caso di G.L.” è assolutamente da non perdere.
Il caso di G. L. La medicina narrativa e le dinamiche nascoste della mente
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