Il cielo in diretta di Dino Veronese

La vita di Cristo, le sue sofferenze, le sue croci, è stata narrata tante volte, raccontata attraverso libri, film, trasposizioni teatrali. Il libro di Dino Veronese, “Il cielo in diretta” (Kimerik Editrice, 2013) è un dialogo molto intimo e profondo che l’autore intrattiene con Teresa Neumann, una mistica e visionaria tedesca, devota alla santità. Le sue visioni sono state oggetto di studio al punto da chiedere per lei la causa di beatificazione.

L’autore attratto e coinvolto dalla sua persona decide di incontrarla ma l’incontro si rivela diverso dalle aspettative nutrite. Dino Veronese diventa quasi la macchina da scrivere delle sue visioni e vive direttamente ogni singolo episodio, raccontando nel dettaglio la vita di Gesù.Non è, però, un incontro “scientifico” o religioso come si crede, è semplicemente un incontro simbiotico, di devozione totale e anche di fede. Almeno per chi crede. Così come Omero cercava l’ispirazione delle muse per scrivere i suoi poemi, anche l’autore pende dalle labbra e dai racconti della “beata”, entra in comunione con lei, sente, vede, vive. Sente le sue sofferenze e tutte ciò che accade, fino all’approdo finale, la convinzione che si sia trattato di un insieme di eventi veri eppure inspiegabili, che la mistica ha realmente vissuto.

L’autore Vede Maria, il suo volto sano e forte, l’arrivo a Betlemme per dare alla luce Gesù, il Salvatore cresce, s’intrattiene con i forestieri, lo seguono i discepoli, gli uomini e le donne; Dino Veronese vede anche i prodigi e i miracoli che egli compie. Resl, come viene chiamata Teresa, vede tutto e a volte si agita convulsamente; dai suoi occhi tutto viene fuori: ogni visione è custodita da una giornata, 31 giornate, 22 domeniche dell’anno. L’autore entra pienamente nel mondo di Resl, diviene protagonista di una vera e propria fusione con esso:

“ma tu mi scuoti Resl, mi chiami alla realtà, conducimi che io ti seguo”.

Alcune visioni portano piacere e l’espressione di Resl si riempie di gioia, felice al punto da sollevarsi sulle punte dei piedi così da librarsi in volo; poi l’epilogo, ma sempre in una condizione di estrema serenità. Così la testimonianza spirituale si chiude, si chiude il libro, la macchina non batte più. È un viaggio questo, dell’uomo che raggiunge la trascendenza, il Cielo, Cristo; “Il cielo in diretta” è un saggio di fede, l’ennesimo, che termina ponendo nel lettore, nel credente e negli uomini mille e uno interrogativi.