Il colore dell’anima
- Autore: Antonio Rapacciuolo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Ad aggiudicarsi il 3° posto nella categoria “Miglior romanzo assoluto” al Giallo Festival 2024, il concorso letterario per romanzi e racconti mistery ambientati in Italia, ci ha pensato Antonio Rapacciuolo con il thriller Il colore dell’anima (Damster, 2024) che segna il suo debutto nel poliziesco. L’autore costruisce una trama solida, ricca di colpi di scena che, a partire da un omicidio nella Bologna bene, esplora corrispondenze e sincronie tra destini incrociati – asse portante del suo romanzo d’esordio Dopo la pioggia (Persiani, 2019) –, e le ombre di esistenze interrotte perché il rapporto con la vita si è arenato in una secca a sbarrare il domani.
Quando sei una giovane investigatrice privata con un’attività in fase di avviamento e un solo caso tra le mani, non puoi permetterti di declinare una proposta che non ti convince e un cliente che lo fa ancor meno, se è disposto a sborsare una bella somma. L’incarico consiste nel fare luce sull’omicidio di una docente della Bologna bene tutta casa, lavoro, palestra e volontariato, brutalmente assassinata nel suo appartamento. Segni di effrazione nessuno. Forse un delitto passionale commesso da un amante in circostanze da chiarire, secondo le ipotesi degli inquirenti che sembrano bloccati in un vicolo cieco.
È quanto l’investigatrice apprende dal marito, tal Bonetti (è lui il nuovo cliente), deciso ad andare fino in fondo per scoprire la verità. Ma l’uomo vuole individuare il responsabile o le prove della presunta infedeltà coniugale? Dopo essersi messa in contatto con l’ispettore assegnato al caso Marco Fabbri ai fini di un lavoro congiunto, Anna viene a conoscenza di un’informazione riservata piuttosto promettente: pare che nei mesi precedenti l’omicidio la vittima avesse ingaggiato un investigatore per sorvegliare il marito. A seguire le informazioni raccolte tra colleghi, amici e parenti restituiscono il ritratto di una donna benvoluta e riservata che fa a pugni con la sua morte.
Per fortuna, durante un sopralluogo a casa della vittima, la sensibilità femminile di Anna mette a fuoco un oggetto a cui la polizia non ha prestato attenzione. Ma tra depistaggi, colpi di scena, bugie, mezze verità e la sensazione di una minaccia incombente, scoprire cosa si cela dietro l’eldorado delle apparenze dei coniugi Bonetti sarà una strada tutta in salita. E quando le indagini sembrano prossime alla conclusione, Anna capisce di dover riposizionare le tessere dell’intera vicenda.
Il termine “tessera” calza a pennello, perché sarà una mosaicista a suggerirle involontariamente l’intuizione per ricostruire una storia dai contorni morbosi:
Anna crepitava come un fuoco scoppiettante. Aveva sempre sospettato di non riuscire a cogliere il giusto punto di vista nella storia di Paola Marini; c’era qualcosa che le era sfuggito, qualcosa che l’aveva fatta deviare dal ragionamento corretto fin dall’inizio. L’aveva capito soltanto adesso e ora tutto pareva avere un senso.
Sullo sfondo si staglia il capoluogo emiliano, uno dei più amati dal nostro poliziesco; “il posto perfetto per nascondersi”, come dichiarò John Grisham che lo scelse per ambientare il thriller The broker. La città felsinea di Antonio Rapacciuolo è quella labirintica del centro storico e, ça va sans dire, omaggia Lucio Dalla, colonna sonora di una partitura articolata in quattro movimenti. Forse è una coincidenza, ma la coppia investigativa composta da Anna e Marco non solo condivide il nome con i protagonisti dell’omonima canzone del cantautore bolognese, ma possiede la stessa incertezza verso il futuro alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Un evento traumatico li tiene ancorati al passato e la loro vita è in fase di assestamento, soprattutto nei rapporti interpersonali. Ben condotta l’analisi del loro legame umano e professionale dai toni asciutti e sobri della vita vera. Anna custodisce un segreto che ha la consistenza di una cicatrice e la ferocia di una bestia, emblema zoomorfico dei suoi demoni. La ferita di Marco brucia sui cocci di un matrimonio sbagliato. La prima deve imparare a essere figlia, il secondo a essere padre.
Scorre sottotraccia il paradigma cromatico del rosso in chiave simbolico-descrittiva, poiché il colore, prima di farsi materia, è un concetto. Ecco il colore caldo del foliage autunnale, quello inconfondibile degli edifici di Bologna, il rosso del sangue, della passione, della rabbia, della gelosia e di quel tormento interiore che ti mangia la vita, perché Il colore dell’anima di Antonio Rapacciuolo ci consegna un thriller avvincente e convincente alimentato da sentimenti primordiali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il colore dell’anima
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