Il coraggio di Giovanni di Angelo Di Liberto

Il coraggio di Giovanni (Gallucci Ed 2024, disegni di Damiano Rotella, prefazione di Maria Falcone) di Angelo Di Liberto, che vive a Palermo, narra un episodio dell’infanzia di Giovanni Falcone, magistrato nato a Palermo il 18 maggio 1939, una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e all’estero, ucciso dalla mafia a Palermo il 23 maggio 1992.

Dicembre 1946 Palermo.

“Mi chiamo Giovanni Salvatore Augusto, ho sette anni e questo potrebbe essere il giorno più bello della mia vita”.

L’intelligente bambino aveva dormito a fasi alterne, un po’ sì e un po’ si svegliava, perché non vedeva l’ora che fosse l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Anche se era ancora buio e tutti dormivano, il ragazzino non poteva più aspettare.
“Già mi sono immaginato che cosa ci troverò nella nicchia: una spada come quella di Zorro e di D’Artagnan mentre combatte contro Lord de Winter”.
Il padre Arturo stava per mettere nella nicchia di fronte al letto del figlio un regalo. Giovanni sperava in una spada vera, non il giocattolo di legno che si era fabbricato con la gamba di una sedia trovata su un cumulo di cose buttate a piazza Magione, non era di nessuno. Arturo l’aveva portata da un falegname che l’aveva fatta diventare a punta per poi metterci l’elsa con un altro pezzo di legno e infine legata con una corda.

“Sono un moschettiere, D’Artagnan, la spada l’appoggio sempre sul comodino vicino al letto”.

Il piccolo Giovanni, già desideroso di combattere in nome della giustizia, diventato il valente e arguto giudice Giovanni Falcone avrebbe avuto come armi il suo infallibile fiuto, il coraggio, e il così detto “metodo Falcone”.

“Questo libro di Angelo Di Liberto ha per me un grande pregio, quello cioè di aver messo in risalto la vita familiare in cui Giovanni ha vissuto e dalla quale ha assorbito valori e interessi”

lo confida nella Prefazione la sorella Maria Falcone. Inoltre:

il “Giovanni uomo”, quello che tutti conosciamo, con le sue qualità, è il frutto dell’esperienza educativa che ha vissuto nella nostra famiglia.

Falcone comprese che per indagare con successo le associazioni mafiose era necessario basarsi anche su indagini patrimoniali e bancarie, ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i traffici e avere un quadro complessivo del fenomeno.
Il magistrato avvertiva anche l’esigenza di una collaborazione internazionale nelle indagini attraverso mirate rogatorie all’estero.

Una bella e interessante storia per far capire ai lettori più piccoli l’importanza della lotta alla mafia a cui Falcone dedicò con fermezza tutta la sua vita senza mai tirarsi indietro.

“Giovanni sorriderà per sempre”