Il cuore occulto del potere di Giacomo Pacini

Storia dell’Ufficio Affari riservati del Viminale (1919- 1984)

Il libro dello storico Giacomo Pacini ripercorre la storia dell’Ufficio Affari Riservati, struttura dipendente dal Ministero dell’Interno, dalla sua formazione allo scioglimento nel 1984. Non è solo un interessante viaggio nei sessant’anni di storia italiana ma la Uar ha rappresentato il più potente e misterioso servizio segreto italiano. Per decenni una potente polizia parallela che agiva in modo del tutto autonomo, era capillare in tutto il territorio nazionale ed aveva un’impressionante rete di infiltrati all’interno della società italiana, nei sindacati come nel Vaticano, nei partiti e nei grandi giornali: un numero di informatori che stendevano, alla polizia segreta del Viminale, accurate relazioni e comunicavano notizie in tempo reale.

Fu Francesco Saverio Nitti che nel 1919 organizzò i servizi segreti del Viminale creando il Dagr, la divisione affari generali e riservati, con lo scopo di monitorare le attività politiche sovversive e quelle dei cittadini stranieri residenti in Italia. Con l’avvento del fascismo i servizi furono assorbiti dall’Ovra, una struttura speciale di polizia alle dirette dipendenze di Mussolini che agiva in maniera autonoma. Alla fine della seconda guerra mondiale, nell’Italia liberata gli ex funzionari fedeli al regime collaborarono con gli alleati per lo smantellamento delle reti tedesche di spionaggio. La loro diligenza fu premiata: questi stessi uomini formeranno e guideranno la Uar dell’Italia repubblicana voluta nel 1948 dall’allora ministro dell’Interno Mario Scelba.

Nel 1966, dopo un periodo di transizione a seguito della caduta del governo Tambroni, venne scelto come funzionario capo dei servizi l’ex repubblichino Federico Umberto D’Amato, definito in seguito il grande chef del Viminale perché curava, con passione, una rubrica di cucina sull’Espresso sotto il celebre nome di Gault et Millau. In base alla documentazione storica riportata nel libro dal professore Pacini, il prefetto D’Amato verrà spesso definito il più abile e spregiudicato esponente dell’intelligence che l’Italia abbia mai avuto.

Ancora oggi molte sono le luci e le ombre intorno alla sua figura e al periodo storico particolare: il caso Mattei, la morte di Giacomo Feltrinelli, la strage di piazza Fontana, Piazza della Loggia, sono episodi a tutt’oggi ancora misteriosi. La Uar divenne, inoltre, tra gli anni ’60 e ‘70 un osservatorio sui movimenti studenteschi ed extraparlamentari: infatti molti documenti dimostrano i contatti diretti con alcuni esponenti delle forze extraparlamentari dell’estrema destra (Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo) e dell’estrema sinistra (Lotta Continua). L’accusa maggiore rivolta al funzionario D’Amato, che si desume dai documenti riportati, è quella di aver contribuito ad aggravare la destabilizzazione politica di quegli anni. La Uar con la sua rete di infiltrati era in possesso di una enormità di documenti e dati per cui si può ipotizzare che siano stati utilizzati per condizionare le attività d’inchiesta di alcune procure e di ricatto per alcune delle maggiori personalità politiche e istituzionali italiane. Secondo l’autore questo diede a Federico Umberto D’Amato, protagonista indiscusso della strategia della tensione, un enorme potere che gli permise di influenzare alcune importanti decisioni politiche di quel periodo.
Il prefetto D’Amato è l’unico italiano a cui è stata intitolata, alla memoria, una delle sale più prestigiose dentro il quartier generale della Nato, a Bruxelles.

Pubblicato da Nutrimenti nel 2010, “Il cuore occulto del potere” del giovane ricercatore di Storia contemporanea dell’Istituto Storico di Grosseto, Giacomo Pacini, è un libro molto interessante per la mole di lavoro di ricerca svolto e per il recupero di documenti e dati storici inediti relativi ad alcuni degli anni più bui della nostra storia. La ricostruzione dell’Ufficio Affari Riservati nella nostra storia più recente documenta le complicità dei servizi segreti nelle attività antidemocratiche e quanto hanno condizionato negli avvenimenti il percorso della nostra fragile democrazia.