Il discepolo di Antonio Portoghese

Con Il discepolo (Fides Edizioni, 2024), Antonio Portoghese regala ai lettori un romanzo che si colloca a metà tra il thriller psicologico e il dramma esistenziale, intrecciando storie di prigionia, tradimento e redenzione personale. Pubblicato da Fides Edizioni, il libro è un viaggio attraverso il deserto e l’anima, ambientato in un contesto geopolitico teso, che porta il lettore a interrogarsi sul significato di fede, resilienza e appartenenza.

La storia segue Stefano Giusti, ispettore di polizia e uomo apparentemente ordinario, la cui vita viene sconvolta durante una vacanza in Egitto. Il rapimento da parte di un gruppo di estremisti islamici lo proietta in un incubo di privazioni fisiche e psicologiche, mettendo alla prova non solo il suo istinto di sopravvivenza, ma anche le sue convinzioni più profonde. Attraverso il suo punto di vista, l’autore ci offre uno sguardo ravvicinato su una prigionia soffocante, dove il tempo si dilata e la realtà si trasforma in un eterno presente fatto di paura e incertezza.
Antonio Portoghese costruisce con cura il personaggio di Stefano, un uomo diviso tra l’amore per la sua famiglia – moglie e figli, che rappresentano la sua ancora emotiva – e la lotta contro l’annichilimento personale in una situazione estrema. Centrale è il suo incontro con Daniel, un disertore francese che lo aiuta nella fuga e con il quale condivide momenti di intensa umanità. Il rapporto tra Stefano e Daniel, complesso e ambiguo, rappresenta uno dei punti più toccanti del romanzo: due uomini che, pur provenendo da contesti diversi, si trovano uniti dalla stessa voglia di riscatto e dalla necessità di sopravvivere.

La prosa di Portoghese è incisiva e visiva, capace di catturare il lettore fin dalle prime pagine con descrizioni vivide e coinvolgenti. Le scene di azione sono bilanciate da momenti di riflessione che esplorano i dilemmi morali dei protagonisti, in un continuo alternarsi di tensione e introspezione. Particolarmente riuscita è la caratterizzazione dei luoghi, dal deserto ostile alle strade caotiche di Elat, che diventano quasi personaggi a sé stanti, contribuendo a creare un’atmosfera densa e inquietante.
Un altro elemento che rende Il discepolo un romanzo memorabile è la critica implicita ai sistemi di potere e alle logiche geopolitiche. Attraverso le esperienze di Stefano, il libro denuncia l’indifferenza delle istituzioni e la fragilità delle diplomazie occidentali, incapaci di proteggere i propri cittadini in contesti di crisi. Questo aspetto aggiunge una dimensione politica alla trama, rendendola non solo un’avventura personale ma anche una riflessione collettiva sul prezzo dell’umanità in un mondo dominato da interessi economici e politici.
In conclusione, Il discepolo è un romanzo che combina ritmo serrato, profondità psicologica e uno sguardo critico sulle dinamiche del potere globale. Una lettura consigliata a chi cerca una storia intensa e ricca di emozioni, capace di tenere incollati fino all’ultima pagina e di lasciare un segno profondo.