“Einaudi Ragazzi” edita Il discorso al Senato della Repubblica del 13 ottobre 2022 (2022, con un pensiero di Gian Antonio Stella, pp. 64, 10,00 euro) pronunciato dalla senatrice a vita Liliana Segre in occasione dell’apertura dei lavori della XIX legislatura del Senato della Repubblica.
Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva.
In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio a una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia, che è il Senato della Repubblica. E il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente, perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina, che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!.
L’attualità del discorso di Liliana Segre al Senato
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Frasi scolpite nella pietra, che scuotono le coscienze di ciascuno di noi, quelle di Liliana Segre, nata a Milano il 10 settembre 1930, superstite dell’Olocausto, scampata al capo di sterminio di Auschwitz quando non aveva ancora 15 anni, e testimone attiva della Shoah, anzi monumento vivente della Shoah.
“Per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”,
Questa è stata la motivazione che ha portato Liliana Segre sugli scranni rossi del Senato della Repubblica, quando il 19 gennaio 2018, il Presidente Sergio Mattarella l’ha nominata Senatrice a vita. Dunque proprio “per uno strano scherzo del destino”, la Segre, il 13 ottobre 2022 ha presieduto la seduta inaugurale del Senato della Repubblica all’inizio della XIX legislatura, ricoprendo la carica di presidente provvisorio dell’assemblea, per motivi di anzianità.
Colei che era stata condannata a morte certa per la sola colpa di essere nata ebrea, davanti ai senatori appena eletti, davanti ai banchi di una destra trionfante e davanti ai banchi di una sinistra ancora annichilita dalla sconfitta procuratale proprio da quegli elettori di sinistra che non erano voluti andare a votare il 25 settembre del 2022, ha pronunciato un discorso profondo e toccante, sottolineando l’importanza delle Istituzioni, l’urgenza di ritornare a toni politici più rispettosi e la necessità che lo Stato non abbandoni mai più nessuno.
“Il Senato della diciannovesima legislatura è un’istituzione profondamente rinnovata, non solo negli equilibri politici e nelle persone degli eletti, non solo perché per la prima volta hanno potuto votare anche per questa Camera i giovani dai 18 ai 25 anni, ma soprattutto perché per la prima volta gli eletti sono ridotti a 200. L’appartenenza a un così rarefatto consesso non può che accrescere in tutti noi la consapevolezza che il Paese ci guarda, che grandi sono le nostre responsabilità ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio”.
Liliana Segre ha ricordato che le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, Istituzioni rispettate, emblemi riconosciuti.
In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione Repubblicana, che, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta ma è il testamento di 100mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti.
Politico, giornalista e antifascista, Matteotti fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce dei brogli elettorali e del clima di violenza messi in atto dalla nascente dittatura di Benito Mussolini nelle elezioni del 6 aprile 1924.
A tal proposito, ha proseguito Liliana Segre nel suo discorso antifascista, diverso dai soliti discorsi che si pronunciano in questi frangenti, al quale ha attinto facendo delle considerazioni personali, e dall’alto valore istituzionale:
Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria.0
Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date ‘divisive’, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile, festa della Liberazione, il 1° maggio festa del Lavoro, il 2 giugno festa della Repubblica? Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi.
Il discorso al Senato di Liliana Segre: un libro da leggere e regalare
Parole bellissime, appassionate, da leggere, rileggere e scolpire nella memoria, qui raccolte in un piccolo libro da regalare e regalarsi, adatto ai lettori dagli 11 fino ai 99 anni, ideale biglietto di auguri laico per l’anno nuovo.
Alla fine della lettura del discorso di Liliana Segre il pensiero va a quel grido: “Viva l’Italia antifascista!”, urlato da un loggionista dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, la sera del 7 dicembre scorso durante la grande serata di gala alla Prima della Scala di Milano, che quest’anno ha aperto la stagione con “Don Carlo” diretto da Riccardo Chailly.
La senatrice a vita Liliana Segre si trovava sul palco reale accomodata accanto al sindaco di Milano Giuseppe Sala e vicino al presidente del Senato Ignazio La Russa.
Non c’è un momento da perdere: dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere i livelli di guardia e tracimare. Senatrici e senatori, cari colleghi, buon lavoro!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il discorso al Senato della Repubblica del 13 ottobre 2022” di Liliana Segre: un biglietto d’auguri laico per il 2024
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