Il disertore di Ester Palma

Ester Palma, giornalista di rango del Corriere della Sera, autrice e sceneggiatrice eclettica, esordisce nella narrativa per la casa editrice indipendente Le trame di Circe di Simonetta Caminiti, con Il disertore, il primo capitolo della tetralogia Wunderbar, in tedesco “meraviglioso”.

I colori tenui e rassicuranti della campagna toscana fanno da contraltare al nero della Seconda guerra mondiale, scenario dell’articolata vicenda che narra dell’amore tra Robin, un soldato della Wermacht ancora molto giovane ma con un passato pesante come un macigno e un presente macchiato dalla scelta di disertare, e la bella Susanna, pronta a rischiare la vita e quella della sua famiglia, per nasconderlo.
L’esergo, dedicato a Emily Dickinson, introduce il lettore alle atmosfere del romanzo:

“Amore, sei velato / e ben pochi ti scorgono / Sorridono, si alterano / e balbettano e muoiono. / Sarebbe assurda la felicità senza di te / che Dio pose a nome di eternità”.

Ne Il disertore, Ester Palma sceglie di raccontare l’orrore della Shoah da un altro punto di vista, ricostruisce con precisione momenti di una quotidianità violata e affonda la sua penna nell’introspezione psicologica dei personaggi, forti e fragili al contempo.

Siamo nel 1944 e Robin, scoperto e consegnato ai nazisti, sarà chiamato a una scelta terribile: tradire i propri ideali e i suoi sentimenti o salvarsi la vita? Il dramma personale prende il sopravvento su quello collettivo e la storia d’amore tra i due protagonisti assumerà un significato simbolico e salvifico. Attorno a loro, si anima una variegata galleria di personaggi, che mettono in luce come in un prisma le tante sfaccettature dell’animo umano che l’autrice tratteggia senza indulgenza ma con levità.

“Respirare non gli era mai sembrato così bello, così prezioso, assaporava ogni goccia d’aria come un prodigio, una meraviglia assoluta…” Per questa volta ho deciso di non ucciderti” la voce di Schultz gli provocò un nuovo aumento della frequenza cardiaca”.

Il disertore è scritto con una costruzione paratattica e un linguaggio fluido e ritmato; Ester Palma cattura l’attenzione dei lettori fino all’epilogo delle quasi mille pagine e, come in un sapiente cliffhanger, lascia il pubblico sospeso in attesa dell’uscita del secondo dei quattro volumi promessi.