Il faro che custodiva i libri
- Autore: Sharon Gosling
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2024
Il faro che custodiva i libri (Garzanti 2024, titolo originale “The Lighthouse Bookshop”, traduzione di Vera Sarzano) è il romanzo d’esordio di Sharon Gosling, autrice di spettacolo, cinema e televisione, che vive con il marito in una piccola cittadina della Cumbria, nel nord dell’Inghilterra.
Newton Dunbar. Aberdeenshire, Scozia.
“La giornata di Rachel iniziò come tutte le altre: con Eustace che le miagolava nell’orecchio. Aprì gli occhi e si girò a pancia in su”.
Nella sua camera rotonda il soffitto tappezzato con carta da parati bianca era rimasto immutato negli ultimi cinque anni. La torre, originariamente costruita come biblioteca, aveva massicci muri in pietra e finestrelle minuscole e si trovava nella zona est del paese, dietro una serie di cottage e la casa del custode ai piedi della collina sulla quale svettava.
A Rachel, occhi turchese e capelli corti scuri, non sfuggiva l’ironia della cosa: un faro così poco illuminato era palesemente un controsenso. Stando attenta a schivare il gatto, la donna aveva sceso i pochi gradini curvi, che portavano nella cucina a forma di mezzaluna. Il gatto faceva parte del pacchetto quando aveva preso il faro, ma mai per un solo istante si era illusa che la bestiola fosse sua.
Eustace era sempre stato con Cullen MacDonald e, proprio come la torre, gli sarebbe appartenuto per sempre, nonostante non vivesse più lì.
Rachel versò la pappa al micio e gli accarezzò la testa, domandandosi quando anche per lui, come era accaduto al suo padrone, le tante scale di quella casa sarebbero diventate insostenibili. Poi, una volta pronta, Rachel aveva sceso la scala a chiocciola, che portava giù alla libreria da lei gestita, sempre con Eustace al fianco. In fondo alla prima rampa di scale, che collegava le due minuscole stanze private alla libreria, c’era una porta in legno massiccio, che immetteva nel mezzanino.
La libraia possedeva un’aria di grazia e imperturbabilità costanti, che andavano a sommarsi all’aura di mistero, che aleggiava sul suo passato. Era arrivata a Newton Dunbar come se fosse caduta dal cielo comparendo così, da un giorno all’altro. Non solo sembrava fatta apposta per quel paese, ma era anche arrivata quando tutte le congiunture erano favorevoli, neanche l’avesse fatto apposta.
“Nessuno sapeva da dove fosse spuntata o che cosa facesse prima di prendere in gestione la libreria”.
Una libreria che con i suoi libri e l’empatica Rachel, agisce come una calamita per gli abitanti del paesino scozzese. Nel confortevole e accogliente locale ci si incontra per una chiacchiera, un consiglio o semplicemente per trovare calore umano.
Sfogliando le pagine del coinvolgente libro sembra di stare in compagnia con gli altri avventori gustando un corroborante tè in attesa di fare nuove simpatiche conoscenze e scoprire che cosa nasconde la stanza in cima alla torre.
“Newton Dunbar era un paesino minuscolo, nascosto, sconosciuto e senza nulla che fosse degno di nota. Fatta ovviamente eccezione per il faro, che non era un faro”.
Il faro che custodiva i libri
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