Il giallo di Palazzo Corsetti. Un’indagine del commissario Adalgisa Calligaris di Alessandra Carnevali

Come può Alessandra Carnevali scrivere un giallo noir con delitti acclarati, e una commissario donna non bella, non giovane, ma intelligente e simpatica e farci sorridere? Perché ha avuto, sin dall’inizio nella letteratura di genere, uno stile, un tono, che vanno via via migliorando libro dopo libro.
Lo dimostra questo libro dal titolo Il giallo di Palazzo Corsetti (Newton Compton editori, 2018), che è anche un omaggio ai Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, uno dei romanzi più letti e venduti della Lady inglese.
Il commissario Adalgisa Calligaris ha un incubo ricorrente: sposare il medico legale della questura, in chiesa, vestita con uno strascico enorme e un vestito a tubino che sta lì lì per scoppiare e mentre saluta dalle scale fa un capitombolo e arriva sull’asfalto come un enorme involtino primavera. Poi si sveglia angosciata. Ma si ricorda di amare e di essere amata dal magistrato Gualtiero Fontanella. Per ora, ognuno a casa sua.

A Rivorosso Umbro, cittadina inventata che sembra tanto simile a Orvieto, nel palazzo Corsetti si terrà un reality su dieci cantanti di qualsiasi età. Il programma si chiama Sing Sing e i residenti sono tutti presi da una curiosità morbosa, perché ognuno ha il suo beniamino. Tra le più scatenate c’è Tamara, detta “Tammy” o Paris, che non studia mai, ma sa tutto di cantanti, di attori, di pettegolezzi. Ma sente che gli manca qualche tassello per prendere il volo.
Nel frattempo, dopo cinque settimane di preparazione, sono pronti a partire col programma. Le riprese si svolgeranno in questa villa dove abita ancora la contessa Ludovica Corsetti Billi, che cerca disperatamente del contante per pagare le bollette, le domestiche e il maggiordomo.
I cantanti sono molto diversi tra loro: c’è Marco Muner, che piace sia alle figlie che alle mamme.
Poi c’è Muskrat, solo ventuno anni, ma già tutto tatuato, va forte nei centri sociali. Il tenore Corato, calabrese, che negli anni passati aveva una bellissima voce che poi si è affievolita, e poteva cantare una intera opera lirica. Faceva una vita da nababbo, viveva con moglie Jennifer, ma poi è crollato tutto e ora si adatta alla musica leggera. Tano Frezza, cantante neomelodico da Napoli, con una famiglia camorrista, che il ragazzo vuole nascondere il più possibile. Poi Pirando Lolli, un nome storico, un cantante di settant’anni, che ha attraversato tutti gli stili musicali, ma che ora è solo un farabutto che cerca le minorenni. Infine c’è Brenda, la meno conosciuta, la “Lolita” del gruppo con i suoi diciotto anni.
Infine il vincitore c’è ed è Marco Muner, con il premio dato dalla presentatrice Marika Gautier. La diretta è stata di tre ore. Si era formato un gruppo di ascolto pure in questura capitanato dal commissario Calligaris. Ma in diretta accade che un faro cade dal tetto e finisce dritto sulla testa di Marco Muner, che si apre “come un cocomero”.
La presentatrice è sconvolta e sviene accorgendosi di avere del sangue - e non solo - sparso su tutto il vestito.

Mentre la Scientifica fa il suo lavoro, la Gautier ricade svenuta e la lasciano lì, mentre il commissario Adalgisa Calligaris prega le maestranze, i registi, il produttore a restare nella villa per l’interrogatorio. Si parla di un incidente stranissimo, perché un elettricista aveva dato un’occhiata all’impianto poco prima dell’inizio della trasmissione. È palese, si tratta di un delitto. Qualcuno ha voluto che il cantante morisse. La parte migliore è la parte finale, dove Tammy Paris Picchio diventa una blogger di successo, ma chi scrive pensa che l’allerta spoiler sia già arrivata.
Classico romanzo page turner, dove Alessandra Carnevali mette tutte le pedine nel posto giusto, ed è difficile metterlo a riposo sul comodino perché come finisce lo vuoi sapere il prima possibile.