Il giardiniere con i guanti di grafite di Francesco Nicolò

Una lunga fiaba dark, in cui ci si interroga sul significato dell’inspirazione e sui tormenti morali collegati alla vanità. Francesco Nicolò prova a travestire un romanzo di formazione artistica in un horror psicologico, senza rinunciare a suggestioni fantastiche a romantiche. Il protagonista/narratore senza nome svela sotto forma di confessione i fatti misteriosi che lo hanno portato a realizzare il proprio sogno di trasformarsi in uno scrittore di successo. Ovvero in un autore riconosciuto e premiato dal mercato.
La scrittura, per il protagonista de Il giardiniere con i guanti di grafite (GFE editore, 2023) non è altro che una forma di seduzione. Di conseguenza, lo scrittore è un dongiovanni che preferisce accarezzare le sue prede sentimentali indirettamente, cioè nelle pagine scritte o attraverso di esse.
L’elemento fantastico è offerto dalla comparsa di una matita magica, dai poteri faustiani: chi la impugna è in grado di accrescere la propria ispirazione e di esprimere con eccezionale efficacia un potere letterario gradito al pubblico.
Ma la matita vuole in cambio qualcosa di terribile: la vita di persone che hanno catturato l’attenzione dello scrittore.

Per tutto il romanzo il protagonista prova a resistere all’inquietante lusinga di questo potere che solletica la sua vanità. E quando cede, cominciando a usare la misteriosa matita, tenta di controllarne invano gli effetti e di giustificarsi. Scrivere è addentrarsi in un fondo oscuro frequentato da mostri e fantasmi e lasciarsi ispirare significa tradire il proprio senso morale e sacrificare ciò a cui si tiene.

L’avventura raccontata dal romanzo si articola attraverso la corruzione totale di uno spirito ingenuo, dall’adolescenza alla maturità, fino alla necessaria dannazione.
La matita reclama vittime e lo scrittore, incapace di resisterle, continua ad accontentarla. Nonostante la lunghezza dell’opera e i temi vari affrontati, Francesco Nicolò ordisce una trama coerente e apprezzabile nei suoi molteplici piani di lettura.
In alcuni passaggi l’elemento fantastico prende il sopravvento, ma il romanzo funziona meglio quando si tiene ancorato al realismo e cerca di dare un senso all’irrazionale.