Il gioco
- Autore: Edith Nesbit
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2017
Elliot nella Collana Raggi edita il romanzo inedito “Il gioco” (2017, titolo originale The Lark, traduzione di Emanuele Boccianti) dell’autrice e poetessa inglese Edith Nesbit (Kennington 15 Agosto 1858 - Jesson 4 Maggio 1924), che scrisse soprattutto libri per ragazzi (ne pubblicò più di sessanta), attivista politica e co-fondatrice della Fabian Society, un’organizzazione politica socialista che si unì in seguito al Partito Laburista.
“Com’era immobile il bosco; quanto buio tra le sue ombre, e come si accendeva di un verde argentato, quando i raggi di luna lo toccavano! La pace lo avvolse come un mantello; forse l’amore doveva essere qualcosa di simile: quieto, immutabile affetto, comunanza di interessi, reciproca gentilezza… niente a che vedere con frenetiche inquietudini, il tormento del desiderio, la trionfante possessività che gli uomini chiamavano amore… solo mutua cortesia, e pace. Gli sembrò di aver imparato molte cose”.
John Rochester, un giovane ingegnere venticinquenne di bell’aspetto e di grandi speranze, stava passeggiando in un bosco al chiaro di luna che chiazzava il sentiero erboso che si snodava ai suoi piedi. John ripensava al discorso che gli aveva appena fatto sua madre riguardante il fatto di sposare al più presto Miss Antrobus, giovane ereditiera che aveva mostrato di avere un debole per lui. Certo, sarebbe stato bello non dover mai lavorare per denaro ma solo per aprire un laboratorio dove inventare qualsiasi cosa tutte le volte che John sentiva l’ispirazione. Ma Rochester, uomo tutto di un pezzo, era sempre più convinto che quando si fosse sposato non sarebbe stato per vivere sulle spalle della moglie.
“Quando mi sposerò, mia cara madre, penso che sarà più interessante essere innamorato di mia moglie”.
Il bosco rifletteva i pensieri di John,
“… e se si fosse sinceramente innamorato col tempo di quella ingenua ereditiera?”
Rochester continuava a camminare tra la rugiada e la luce lunare, tenendosi sul sentiero principale senza avventurarsi in scorciatoie laterali. Improvvisamente John vide una luce che non era lunare,
“un morbido bagliore giallo che sfumava nell’arancio”.
Non proveniva dalla finestra di qualche casa, era troppo diffuso, era una luce che balenava tra le foglie che spariva e poi riappariva. Era stata la curiosità che aveva spinto Rochester verso la luce. L’uomo vi si diresse con cautela,
“perché adesso si rendeva conto di essere in un posto dove non tutti avevano il diritto di stare”.
Tenendosi al riparo di un maestoso rododendro John scostò in silenzio i rami del cespuglio sbirciandoci attraverso. Rochester vide una radura, circondata da rododendri e azalee, grossi boccioli che luccicavano alla flebile luce di lanterne giapponesi appese ai rami degli abeti. Sul terreno al centro della radura un anello di lanternine colorate scintillava e al centro dell’anello c’era una ragazza di circa quindici anni dal viso da elfo ferma e muta che indossava una gonna liscia e bianca lunga fino ai piedi. Sui suoi capelli scuri splendeva una corona di fiori dorati e sul suo petto giaceva un bocciolo dello stesso fiore e altri due la ragazza ne teneva tra le mani.
“Era lì in piedi, in silenzio. Nessun altro. In mezzo a quegli alberi, sotto la luna, c’erano solo loro due”.
Forse era solo un sogno o era un gioco? John Rochester non sapeva chi fosse la ragazza nei cui occhi si era perso, e che a sua volta si era persa nei suoi, probabilmente non l’avrebbe mai saputo, e sicuramente non l’avrebbe vista mai più.
“Di certo non la vedrò mai più. Ma non sposerò mai Miss Antrobus”.
Edith Nesbit, donna moderna, antesignana e politicamente impegnata, con una scrittura lieve, brillante e ironica che riecheggia quella di Miss Jane Austen, conduce il lettore attraverso un incantesimo, una magia, il cui vero nome è: destino.
“È destino, davvero!”.
Il gioco
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