Il giustiziere di Max Orfei

Con questo bel romanzo di Max Orfei, ho avuto la conferma che la letteratura italiana si sta evolvendo nel senso migliore del termine: si sta infatti "deprovincializzando" per allargare il suoi contenuti e internazionalizzarsi, non narrando più del personaggio di un piccolo centro, magari del sud, con i suoi problemi e con la vita quotidiana spesso grigia e monotona, riuscendo ad allontanare dallo stereotipo che all’estero hanno dell’Italia come pizza e mandolino. Ormai si confezionano bei prodotti, sulla scia del primo Faletti di Io Uccido, passando per Roberto Costantini, Roberto Genovesi e Max Orfei.
Si narra di serial killer, fenomeno più tristemente noto in America che non in Italia, e si riesce a decontestualizzare la storia che potrebbe benissimo essere figlia di padre statunitense o nordico.

La trama del thriller Il giustiziere, che è un giallo a tinte forti, ruota attorno a una stagista di un giornale di gossip, che spera nel grande salto, un ex poliziotto (l’ex poliziotto per eccellenza, il più bravo e non a caso il più problematico) e un famoso giornalista, talmente noto da risultare spesso odioso e inutile. Attorno a questi tre personaggi aleggia una cupa atmosfera, dove un omicida seriale di bambini, denominato "Killer del carnevale", miete indisturbato i suoi crimini.

Forse nella seconda parte Max Orfei avrebbe potuto dare di più, scavare meglio nella psiche dei personaggi, nell’intrigo della trama, e nella suspense del lettore, ma a conti fatti il risultato è più che gradevole e di piacevole lettura.
Si merita 3 stelline e mezzo.