Il ladro di anime di Paul Doherty

Oggi siamo impossibilitati a viaggiare “fisicamente” da un capo all’altro del mondo; fortunatamente ci sono scrittori prolifici come Paul Doherty che possono porre rimedio a questa mancanza. Nel particolare, il romanzo Il ladro di anime (Piemme, 1998, trad. G. Carlotti) ci regala un’avventura mozzafiato tra le più belle città del Vecchio Continente.

È il 1565 quando Rebecca Lennox, figlia di un semplice taverniere londinese, si ritrova dall’oggi al domani orfana e priva di mezzi, nonché perseguitata dai compaesani che vogliono lapidarla per stregoneria.
Nel frattempo, il mastino della regina Elisabetta, William Cowper, è stato incaricato di catturare il colpevole dei numerosi omicidi che stanno imperversando per tutta Londra (presto in tutta Europa) e l’indagine sembra portarlo proprio verso l’indifesa Rebecca, la prossima vittima del Ladro di anime. Sfortunatamente per lei, farsi aiutare dal cattolico e gesuita Michael St. Clare per scappare dalla protezione di un protestante come Cowper non è la mossa giusta per non aumentare i suoi guai con la legge, senza dimenticare che il monaco conosce la vera identità del Ladro di anime...

Così, la caccia all’omicida per il povero Cowper si triplica, mentre per il Ladro di anime l’inseguimento diventa un gioco intrigante che goliardicamente architetta per tutta Europa, fino a creare scompiglio in Oriente, dove imbastisce una serie di trappole e intrighi per mettere in difficoltà tutti i suoi inseguitori.
Sfortunatamente per i suoi piani, Rebecca, il piccolo pedone che l’uomo sperava di manovrare più degli altri, gli sfuggirà di mano e... lascio a voi il compito di scoprirlo!

Insomma, il lettore si trova coinvolto nella stessa corsa contro il tempo che vivono i personaggi della storia e contemporaneamente prende coscienza di un intero mondo: la rigida Londra anglicana, la lussuriosa corte di Costantinopoli, la vivace Roma papalina e la spaventosa corte di Ivan il Terribile, zar di Russia.
Uno dei punti di forza del thriller sono i personaggi di Paul Doherty, che sotto la sua guida si dimostrano essere più complessi di quel che può sembrare dalla premessa iniziale: sono così vividi e realistici che sembrano fatti di carne e ossa, nonostante si muovano in un’epoca difficile e contraddittoria come il Rinascimento.
Un altro punto a favore del libro risiede nell’efficacia della storia e nella narrazione che assieme imbastiscono nel lettore una forte riflessione che conduce a uno scontro di idee, culture, popoli, lingue e religioni perse nel tempo.
Insomma, siamo davanti a un thriller storico davvero avvincente, pieno di colpi di scena e con una scansione dei fatti ben cadenzata ed efficace, dove risulta impossibile annoiarsi. Inoltre, nessuna scena è scontata o arida e il finale è imprevedibile come un terno al lotto!

Vi lascio con una poesia, cardine di tutta la storia:

“Se la vita è amore

e l’amore è vita,

allora la tua vita

è il mio amore”.

Curiosità
Lo scrittore ama giocare non solo con il mistero, ma anche con i suoi libri. Infatti, Paul Doherty ha pubblicato numerose saghe firmandosi con vari pseudonimi, anche femminili!