Il male agito. Prospettive dal lato oscuro della psiche
- Autore: Non disponibile
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Il male agito. Prospettive dal lato oscuro della psiche (FrancoAngeli, 2019) riporta alcuni interventi significativi di un Convegno tenutosi sulla tematica del male affrontata a livello multidisciplinare e nelle sue diverse manifestazioni nella quotidianità, con l’intento di comprenderne le radici per trasformare e migliorare la società. Gaetano Roberto Buccola, psicoterapeuta e psicologo, ha curato insieme a Carlo Melodia il volume, in cui si tratta il male visto dalle prospettive psicoanalitica, filosofica, antropologica e psichiatrica. Presentato nei mesi scorsi è solo in apparenza un libro per addetti ai lavori, ma in realtà si argomenta su temi che interessano e coinvolgono tutti.
Il saggio è frutto di un lavoro di equipe, in primis di Carlo Melodia ma anche di altri studiosi: Stefano Beggiora, docente di indologia all’Università Cà Foscari di Venezia mentre un altro autore è un filosofo islandese, Giorgio Baruchello, di origini italiane.
La prima parte del libro, curata da Stefano Beggiora è un’analisi dell’origine del male in India che pur apparendo una terra lontana e remota rispetto alla cultura occidentale, presenta pur tuttavia parecchie attinenze specie con il pensiero greco.
Il secondo saggio curato da Giorgio Barucchello è un’analisi da un punto di vista filosofico sul concetto della crudeltà che è un’idea, una declinazione particolare del male nella cultura.
Il terzo intervento di Roberto Buccola, tratta un tema scottante, quello del suicidio inteso in senso lato e generale ma con delle attenzioni particolari dedicate a una forma che si è purtroppo infelicemente diffusa che è quella di stampo terroristico. È una condizione particolare di suicidio in cui si è tutti coinvolti, una forma del male che ha una sua cecità, in quanto colpisce soggetti non solo inermi ma inconsapevoli.
Il quarto intervento di Carlo Melodia, psichiatra di orientamento junghiano affronta la tematica del male da un punto di vista strettamente clinico.
Il libro analizza un percorso particolare, quello del male e come di esso, vi sia un respingimento a livello individuale. Si ricerca il male fuori da noi stessi, se ne ricercano tracce negli altri, sia esso lo straniero, il profugo, il diverso o solamente quello che vive in un’altra città. Questi diventano sempre più ostili perché trattengono in sé tutti gli aspetti negativi o che riteniamo tali perché non riusciamo a riconoscerli in noi. Non si vogliono vedere e riconoscere macchie d’ombre in noi stessi in quanto a nessuno fa piacere convivere con questi aspetti oscuri. Il male lo si proietta negli altri immaginando di salvare e di non contaminare il nostro bene.
Occorre riconoscere queste zone d’ombra in quanto così non si farebbe del male agli altri e nemmeno a noi stessi. La psiche umana è fatta di equilibri, di polarità, di armonie, ma a volte anche di disarmonie.
La contaminazione è presente ed è movimento, emozione che vuol dire trasformarsi, spostarsi verso gli altri, ascoltando quello che gli altri sono e non vedendoli solamente come nemici, ma come portatori di diversità e di ombre che si contrappongono alle nostre.
Il male agito: Prospettive dal lato oscuro della psiche
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