Il mio primo Malato immaginario - illustrazioni di Felix Lorioux

Prima Cervantes, ora Molière. Continua l’impegno di Donzelli editore ad incoraggiare i bambini alla conoscenza dei classici, senza per questo diminuire la qualità del prodotto offerto, anzi aggiungendo una parte, quella iconografica di qualità, che, ormai è noto a tutti, è la prima che colpisce i piccoli e l’unica capace di suscitare una curiosità che poi, si spera, diventerà il piacere della lettura.

Felix Lorioux già alla fine dell’Ottocento e all’inizio del secolo scorso aveva pubblicato in Francia le illustrazioni del “Malade imaginaire” per la casa editrice Hachette, con grande successo presso il pubblico dei più piccoli. Ora le stesse tavole originali vengono riproposte, nell’identico formato, corredate da un testo italiano rivisitato e reso attuale per le esigenze linguistiche dei piccoli lettori italiani dalla traduttrice e curatrice Maria Vidale, che riesce nell’intento di rendere divertente e scorrevole il celebre testo della commedia di Molière.

Le tavole ad intera pagina, coloratissime, lucide, patinate, incorniciate in rosso, come una serie di poster da appendere nella propria camera, sono corredate da una piccola didascalia in basso, mentre le pagine del testo vero e proprio sono pubblicate a caratteri grandi, leggibili con facilità da bambini da poco alfabetizzati e da nonne presbiti!

Le figure ricostruite da Lorioux sono di una straordinaria efficacia espressiva: il maturo signor Argan ha una enorme palandrana gialla, un alto cappello che ne copre la testa per evitare infreddature, un bastoncino a cui si appoggia, occhiali che gli consentono di leggere e rileggere le ricette di clisteri e pozioni che il medico gli prescrive. La servetta Atonia è giovane ed agile, vestita di rosso, gambe nude per essere più svelta nelle sue corse continue per scoraggiare il malato nelle sue ossessioni. Il medico dottor Purgantibus, i due Diaforibus sono le macchiette del teatro comico seicentesco: ignoranti quanto basta, imparruccati per darsi tono, capaci solo di purghe, pozioni, salassi, clisteri che rischiano di uccidere l’ingenuo malato. Zelina, la moglie che finge devozione al vecchio malconcio in attesa dell’eredità, le giovani figlie, il pretendente Cleante, escono dalla penna di Lorioux vivaci e capaci di suscitare le simpatia dei lettori, tanto sono accurate le ricostruzioni ambientali pur nel tratto sintetico lasciano in primo piano l’espressività dei volti dei diversi protagonisti: la figlia maggiore Angelica tutta in rosa è dolcissima, Atonia travestita da medico realistica, Purgantibus che brandisce un’enorme siringa giustamente ridicolo, i dottoroni incaricati di conferire al candidato medico la laurea rappresentati con tutta la retorica possibile, con le loro gorgiere inamidate, gli occhialini sul naso, la penna d’oca per scrivere formule maccheroniche e per coprire ignoranti superstizioni in “latinorum”.

”Clysterium donare, postea seignare enuita purgare.”

E’ una sorta di strofa che come una filastrocca senza senso ripete il futuro medico Argan, convinto che da solo riuscirà ad affrontare i suoi mali, avendo il permesso di “curare, salassare, purgare, fare clisteri e ammazzare tranquillamente i suoi pazienti”.
La caustica ironia di Molière che condanna l’ignoranza del Gran Secolo francese, viene riproposta con efficacia ai bambini di oggi, per metterli in guardia con leggerezza dalla cura eccessiva e talvolta maniacale che è diffusa anche oggi, veicolata dalla martellante pubblicità a prodotti dietetici, integratori, stimolatori, sostanze energetiche, erbe magiche, pomate miracolose e quanto altro ci propone il consumismo sanitario.

La copertina dell’albo vale l’intero libro: Argan sprofondato nei cuscini bianchi, beve la pozione somministrata dai due ciarlatani medici vestiti di nero ai suoi lati. La tappezzeria della poltrona, il decoro della tazza, l’eleganza del piccolo tavolino parlano dell’eleganza con cui immagini e testo sono immersi… Un’operazione editoriale di qualità, dedicata ai bambini e agli adulti che sapranno presentarla nella luce appropriata.