Il mondo dei Wardi. I e II secolo
- Autore: Frèdèric Werst
- Anno di pubblicazione: 2014
Immaginate un futuro lontanissimo, meglio se post-post atomico, uno di quelli pensati apposta per i film apocalittici e per gli archeologi-Indiana Jones che verranno. Immaginate che le tracce della nostra attuale civiltà siano state cancellate in un lampo cataclismatico, le controprove scarseggiano e quel poco che si riesce a desumere della storia del pianeta si appoggi a frammenti di libri incartapecoriti dal tempo e dal fallout. Già che ci siete immaginate ancora che qualcuno si imbatta in una strana antologia risalente al I e al II secolo dell’epoca dei Wardi (sic!) e dentro vi scorga i resoconti – mitologici, filosofici, letterari – di quel gran popolo estinto, redatti in lingua originale (il wardesano, non ne avete mai sentito parlare?). Ebbene: in assenza di ulteriori riferimenti potete scommetterci che ci si abbocca, punto per punto e virgola per virgola: il mondo dei Wardi è esistito davvero, chissà se in parallelo ad altre civiltà terrestri, ma, sissignori del futuro post-post atomico, i Wardi sono stati tra noi, né più né meno che i Maya o gli Atzechi. Questo per farvi capire quanto risulta dettagliata e plausibile l’epopea storico-letteraria fissata sulla pagina da Frèdèric Werst, con un’immaginazione pari soltanto alla minuzia finto-filologica con cui è redatta.
Se vi fidate e prendete alla lettera quando vi sto dicendo, accostatevi alla lettura di questo tomo 1 (“Il mondo dei Wardi. I e II secolo”, Edizioni Clichy 2014. Traducono dal francese Tania Spagnoli e Federico Zaniboni): vi imbatterete nell’esperienza letteraria più folle, sui generis, mastodontica, sconvolgente, che vi sia capitata di fare come lettori. In senso traslato il testo riflette sulla consunzione (se non sull’esaurimento) delle lingue, sulla cultura identitaria di un popolo, tesi, antitesi e raccordi dialettici sorretti da un lessico inventato di sana pianta (il libro è bilingue, italiano/wardesano), nonché da richiami a personaggi, vicende, prosa e poesie inventate di sana pianta: dall’anno zero del calendario dei Wardi (più o meno a partire dalla fondazione del nuovo regno, Aghar) al periodo classico della loro storia, quindi del loro patrimonio letterario. Come da sacrosante avvertenze dello stesso autore:
“Questo libro si presenta come un’antologia di letteratura di un popolo immaginario, i Wardi. Negli estratti che lo compongono ho cercato di rievocarne la genesi, la storia, il mondo, i miti, le idee, cercando generi letterari, sperimentando principi formali e estetici, immaginando poeti e prosatori, teologi e filosofi – ma a monte di tutto questo dovevo prima inventarmi una lingua. Questa è infatti un’antologia bilingue e di ogni testo ho deciso di fornire non solo la traduzione francese, ma anche la versione originale nella lingua dei Wardi, il wardesano”.
Tutto verissimo, dalla prima all’ultima parola: in coda al vigoroso volume (oltre 500 pagine) si registrano persino una grammatica e un elenco dei lemmi ricorrenti del neo-esperanto congegnato da Werst. Proprio come si fa con le antologie più canoniche, anche “Il mondo dei Wardi” andrebbe consultato “a saltare”, per ponderarlo e assaporarlo meglio. Ribadisco che l’opera è di quelle che non si dimenticano.
Il mondo dei Wardi. I e II secolo. Un'antologia
Amazon.it: 12,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il mondo dei Wardi. I e II secolo
Lascia il tuo commento