Il nastro rosso di Emma Donoghue

“Il fiocco era di un rosso scarlatto e Mary Saunders vi posò lo sguardo per la prima volta a Londra nel 1760: aveva tredici anni. Il colore dello spesso nastro di raso era lo stesso dei papaveri che crescevano a Lamb’s Conduit Fields, oltre Holbon, dove si esercitavano gli arcieri. Era infilato tra i capelli incipriati di una ragazza che Mary si fermava spesso a osservare al crocicchio di strade di Seven Diels.“

Una storia affascinante e coinvolgente quella narrata ne Il nastro rosso (Meridiano Zero, 2012). Emma Donoghue è una giovane scrittrice e autrice teatrale dublinese, dai capelli rossi e grandi occhi verdi, che oggi vive in Canada con la sua compagna. I suoi romanzi hanno avuto successo nei paesi dove sono stati tradotti e pubblicati, ottenendo anche numerosi riconoscimenti. Figlia del critico accademico e letterario irlandese Denis Donoghue, Emma, dopo aver conseguito la laurea in letteratura inglese a Cambridge, si è trasferita in Canada. I suoi romanzi traggono spesso ispirazione da vicende storiche come nel caso de Il nastro rosso, per il quale la scrittrice ha tratto dalla reale storia della giovane domestica Mary Saunders del 1763, pubblicata nei giornali dell’epoca. Il Times Literary Supplement lo ha definito

un romanzo storico emozionante e intelligente … il suo stile narrativo è pervaso di sensualità e di forti emozioni.

Mary Saunders, di appena tredici anni, vive in uno scantinato a Charing Cross Road con la madre ricamatrice, risposata con William, un venditore di carbone. Mary è ancora piccola per comprendere le giustificazioni della madre sulla loro nuova vita: aver lasciato il piccolo paese di Monmouth, nel Galles, alla morte del padre era necessario per cercare fortuna a Londra e il patrigno, che si prende cura di loro, sgobba tutto il giorno anche per permetterle di mangiare e andare a scuola. Ma Mary sa in cuor suo di non essere amata tanto quanto il piccolo Billy, che da quando è nato riceve solo attenzioni e premure. Ama leggere, ma non possiede libri, li ruba a scuola con vari sotterfugi per poterli portare a casa. Leggendo di notte al lume di una candela, sogna una vita futura lussuosa che le permetta di avere nastri colorati e tessuti color oro, argento e avorio come quelli che vede al di là dei vetri dei negozi nella strada di Piccadilly.

“Ogni mattina avrebbe ordinato alla sua domestica di sistemarle un nastro rosso tra le trecce e quel tocco di colore brillante avrebbe fatto risplendere i suoi capelli.”

Mary non possiede niente di colorato ed è tormentata dal desiderio di avere un nastro da mettere nei capelli, come quello che ha visto nei capelli di una bella ragazza che spesso si ferma ad osservare. Il grembiule che indossa per andare a scuola è color grigio come i sassi, si deve mostrare così la modestia e l’obbedienza ripete ossessivamente la direttrice della scuola, e grigi sono anche il cappello e il mantello. Mary è consapevole, perché la mamma lo ricorda spesso, che non può definirsi povera, esser poveri significa portare abiti dai cui buchi si intravede la pelle, oppure svenire per strada dalla fame. Lei deve ritenersi fortunata, perché ha di nuovo un padre che può prendersi cura di lei e non sono in molte ad andare ancora a scuola a tredici anni. La maggior parte dei genitori lo considera una perdita di tempo e mandano le proprie figlie, ancora bambine, a servizio nelle famiglie facoltose. Una piovosa sera di novembre Mary è alla ricerca del carretto del pesce perché deve comprare due penny di chiocciole di mare per la cena del patrigno, quando s’imbatte nel venditore ambulante di nastri, un vecchio dal forte odore di gin. Ha inizio la storia infelice di Mary Saunders, che pur piccola, in una Londra del ’700 buia e fumosa ha dovuto imparare a sua spese a sopravvivere fra le prostitute nei bassifondi malfamati e maleodoranti di Rookery. Ha dovuto imparare in fretta a difendersi dai manigoldi e dagli ubriaconi riuscendo però con una grande determinazione a cambiare il suo destino, divenendo sarta e fine ricamatrice. Ma in lei ardeva un desiderio di libertà estrema, che non le dava pace e che inevitabilmente la condurrà a rivivere tragicamente il suo passato.

Il nastro rosso narra la storia di una realtà estrema, quella della piccola Mary, in un girone dantesco nel quale si avvicendano altre storie di donne, ricche e povere, giovani e vecchie, tutte unite in quell’unico desiderio di voler cambiare il proprio destino. Una storia drammatica, dura, a tratti commovente che non lascia indifferente il lettore.