Il nido dei sogni di Rosa Montero

L’infanzia è un’età tutt’altro che spensierata ed esistono molti più bambini infelici di quanti ce ne possiamo immaginare. Rosa Montero in questa bellissima storia dimostra di saperlo molto bene. Quando un bambino ha un problema e non ha accanto figure di accudimento che abbiano guadagnato la sua fiducia, vede una sola via di uscita: costruire un mondo di fantasia in cui trovare rifugio ogni volta che si sente smarrito o disperato. E’ un espediente che la psiche umana usa per far sì che i piccoli, sprovvisti dell’autonomia e delle capacità di difesa che hanno gli adulti, possano resistere alla sofferenza. Il problema è che si tratta di una falsa soluzione, che forse salva il bambino dalla disperazione del momento, ma che lo porta ad estraniarsi dalla realtà e può fare di lui un adulto disadattato. Anche se molti non lo sospettano, è un fenomeno purtroppo abbastanza frequente.

La protagonista de Il nido dei sogni è Gabi, una bimba che, all’interno della sua famiglia numerosissima, sente di essere trascurata. Quando i suoi genitori, dopo una gita in campagna, la dimenticano in un parcheggio, lei ha la sensazione di non contare nulla, tanto che, guardandosi allo specchio, si vede così insignificante da credere che il mondo non la veda neanche. E qui inizia il suo viaggio nel regno delle sue fantasie, in cui ogni luogo, animale o persona reali si trasformano e cambiano nome, oltre che aspetto. Il problema è che il nido dei sogni, responsabile della fabbricazione di quel mondo immaginario, è pieno di cose affascinanti e magiche, ma anche di paure che si materializzano in creature mostruose.

L’idea dell’autrice di denunciare la silenziosa e profonda sofferenza dei bambini è un messaggio importantissimo e le metafore che usa sono spesso molto efficaci: per esempio, è splendida l’immagine della bimba Gabi che ha i piedi ma è priva della testa, contrapposta a quella di Balbalù (nome dato dalla protagonista al suo alter ego immaginario) che è al contrario provvista di testa ma non di piedi. La storia però ha anche un consiglio, una via di uscita: nel mondo dei sogni e degli incubi c’è un cartello, che avverte che i pericoli sono terribili solo fino a che si ha paura; se la si vince, tutto diventa calmo ed affrontabile e si riesce a trovare una strada per tornare nel mondo della realtà ben fortificati.

Un piccolo difetto di questa narrazione è che ci sono passaggi onirici angoscianti. Sono la riproduzione di veri e propri incubi, ma in un libro per l’infanzia possono risultare un po’ pesanti, appunto perché creati senza un filo logico: seguono solo la corrente delle emozioni forti, che implodono nella mente della bambina.
Non per questo il libro risulta sgradevole. È al contrario una storia che può aiutare molto a far sentire un bambino capito e a dargli un messaggio positivo: le soluzioni esistono, ma bisogna aprirsi e chiedere aiuto, anziché rifugiarsi nel mondo dei sogni.

- Età di lettura: da 9 anni.