Il padre
- Autore: Santiago Díaz
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2022
Pubblicato da Giunti nel 2022, Il padre (titolo originale El buen padre, traduzione di Silvia Rogai) è il primo volume della Trilogia Indira a firma Santiago Díaz.
Classe 1971, l’autore è uno sceneggiatore di lungometraggi e serie televisive che in venticinque anni di carriera ha scritto circa seicento copioni per il piccolo schermo. Il suo esordio narrativo Talión nel 2019 ha ricevuto il Premio Morella Negra e il Premio Benjamín de Tudela.
Il padre è il suo primo romanzo a essere tradotto in Italia e, visto il successo, non ci resta che aspettare impazienti Las otras niñas e Indira per conoscere le nuove avventure umane e professionali dell’ispettrice Indira Ramos e la sua squadra.
Generalmente in carcere i detenuti si professano innocenti, vittime di un errore giudiziario, uno scambio di persona, un processo viziato da prove indiziarie, testimoni inattendibili, gogna mediatica.
Che dire poi dei congiunti sempre in prima linea nel difendere l’imputato, prima, durante, dopo il processo e a proteggerlo dall’assalto dei media. Ma Ramón Fonseca – che è proprio un buon padre come recita il titolo originale con una punta di cupo sarcasmo -, li batte tutti. Prima però occorre fare un passo indietro.
Per la polizia madrilena è stato un gioco da ragazzi chiudere il caso Montero, ennesimo episodio di violenza domestica finito nel peggiore dei modi. In camera da letto, in una pozza di sangue, era stato ritrovato il cadavere della bella Andrea e nella stessa abitazione in stato di shock il marito Gonzalo Fonseca, il corpo coperto di sangue e un coltello pure con le sue impronte digitali. A chiamare gli agenti era stata una vicina, allarmata dalle grida di aiuto provenienti dall’abitazione della coppia. Un anno dopo in cella Gonzalo continua granitico a proclamare la sua estraneità ai fatti. Non ha intenzione di marcire in prigione dove sta imparando a sopravvivere facendosi rispettare e proteggere dai detenuti che contano, quelli che non avendo nulla da perdere sono anche i più pericolosi e potenti. Tra un narcotrafficante colombiano e una canaglia rumena c’è poco da scherzare. Basta stare dalla parte giusta e Gonzalo impara in fretta.
Nel frattempo per costringere gli inquirenti a riaprire il caso del figlio, condannato in via definitiva per uxoricidio a fronte di prove schiaccianti, l’anziano Ramón orchestra un piano diabolico. Si consegna alla polizia con una confessione che sembra uno scherzo di cattivo gusto:
Ho rapito tre persone e le ho nascoste in tre luoghi diversi. Ho predisposto ogni cosa in modo che ne muoia una alla settimana (…) Se tra tre settimane Gonzalo sarà ancora in prigione, nessuno di loro resterà vivo.
C’è di più. Ramón esige e ottiene che a occuparsi delle indagini sia l’integerrima ispettrice Indira Ramos. Non ha esitato a denunciare un agente con uno zelo che l’ha resa impopolare tra i colleghi. Ma la sua battaglia quotidiana, causa di isolamento sociale, è rivolta contro criminali ben più insidiosi: germi, batteri, sporcizia con cui teme a torto o ragione di entrare in contatto. Questo disturbo aumenta la simpatia per una donna un po’ goffa come lei, impegnata a conciliare razionalità e fobie, doveri e paure.
Al suo fianco non sfigura lo sgangherato vice ispettore Iván Moreno che sa come prenderla. Le coppie di detective dalle personalità divergenti e complementari sono un topos del poliziesco, ma Indira e Iván mostrano un lato umano davvero speciale.
Il ricatto di Fonseca senior fa scattare una disperata corsa contro il tempo per salvare gli ostaggi e individuare il colpevole. Tra passato e presente, fatti e personaggi collegati all’omicidio Montero vengono presentati da prospettive diverse a introdurre una catena di colpi di scena. Tanto la trama è ingarbugliata, tanto i capitoli sono brevi, caratterizzati da una scrittura lineare, senza fronzoli a prevalenza dialogica.
La comicità involontaria della protagonista, impantanata anche in servizio a contenere i rituali ossessivo-compulsivi anticontaminazione, fa da contrappunto alla perfidia di una storia amorale che, al netto di qualche trovata da feuilleton, cattura l’attenzione fino all’epilogo col botto.
Lo specchio di tiro inquadra il rapporto tra giustizia e verità, il ruolo dell’opinione pubblica, la corruzione dei tutori della legge, i legami ambigui tra criminalità organizzata, imprenditoria, rappresentanti dello Stato. Sul fronte privato si interroga sui legami di sangue. Fino a che punto il fine giustifica i mezzi?
Consigliamo Il padre di Santiago Díaz sia agli appassionati di thriller, sia a chi nel genere cerca una lettura critica sulle contraddizioni sociali dal tocco più leggero e scanzonato rispetto a Manuel Vásquez Montalbán.
Un tratto distintivo, questo, della novela negra e di tanto poliziesco contemporaneo.
Il padre
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