Il paese delle stelle nascoste
- Autore: Sara Yalda
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2010
Sara Yalda, autrice de “Il paese delle stelle nascoste”, è nata a Teheran nel 1967 ma vive a Parigi dall’età di dieci anni. La donna ha svolto la professione di giornalista a “Le Figaro” e, dopo circa ventisette anni dall’allontanamento dall’Iran, a quasi quarant’anni, ha deciso di ritornare nel Paese natio ed è partita per la capitale iraniana.
Le ragioni di questa scelta risiedevano, da un lato, nel bisogno di riabbracciare i propri cari, dai quali si era separata in tenera età, e, dall’altro, nella necessità di riavvicinarsi ai ricordi d’infanzia, di ricordare le proprie origini così da colmare e soffocare quella mancanza e quella sensazione di estraneità, che sembravano accompagnare l’esistenza di Afsaneh (il vero nome di Sara) dal suo arrivo in Francia.
Nella capitale iraniana, alla data della pubblicazione del romanzo, viveva ancora parte della sua famiglia: il padre insieme alla nuova moglie (la madre ha abbandonato il padre quando Sara era ancora bambina per trasferirsi in Europa), la sorella ingegnere con il marito e i figli ed il fratello. Il viaggio intrapreso dall’autrice ha rappresentato per lei l’occasione di ripercorrere non solo la propria storia ma anche quella di molte altre donne iraniane che ha incontrato nel corso del suo tragitto, a partire dalla ragazza venticinquenne conosciuta in aeroporto al suo arrivo in Iran al confronto con l’ironica ed anziana Mithra. Proprio di questo viaggio Sara Yalda ha raccontato all’interno del romanzo. Si tratta, quindi, di un’opera autobiografica, pubblicata con notevole successo in Francia, ed edita anche in Italia dalla casa editrice Piemme nel maggio 2009.
L’autrice, così come la protagonista del volume, si sente estranea a Parigi, città nella quale non riesce ad integrarsi completamente, ma allo stesso tempo, anche se coglie la propria appartenenza allo Stato di origine non riesce a sentirsi del tutto parte nemmeno della cultura iraniana: la società è cambiata da come la ricorda e quel suo strano accento fa sì che gli stessi cittadini la identifichino come straniera. Il fulcro centrale di quest’opera è proprio la tematica della ricerca di una propria identità, delle proprie origini, della propria casa, o meglio, di un senso di appartenenza; sensazione, quella della mancanza di un senso di appartenza alla città in cui si vive, che può essere presente in chi si è allontanato in giovane età dal luogo di nascita.
L’obiettivo, alla fine di questo percorso, non può dirsi completamente raggiunto ma, se non altro, ripercorrendo i luoghi nativi, la donna riesce a prendere contatto con una parte importante di se stessa, decidendo, poi, di rientrare a Parigi: è qui la sua vita. Il viaggio, di cui la scrittrice rende il lettore partecipe, mostra la “visione” delle più diverse sfaccettature di cui si compone la cultura dell’Iran, definita dalla stessa autrice una realtà “schizofrenica”, divisa fra legalità e trasgressioni. Essa narra altresì degli odori, dei paesaggi, degli sguardi delle persone e lo fa utilizzando quella vena ironica che è rinvenibile nel caratteri di alcuni fra i personaggi del testo. Essa, infine, ripercorre, con alcuni cenni storici ed una descrizione precisa, la vita ed il cambiamento del Paese, così da rendere la lettura del libro, quasi definibile un ibrido fra romanzo e reportage, ancora più scorrevole.
Il paese delle stelle nascoste
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