Il ponte di Istanbul. Un progetto incompiuto di Leonardo da Vinci
- Autore: Gabriella Airaldi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Ai primi di novembre 2001 in Norvegia veniva inaugurato un piccolo ponte in legno, nato dalla fantasia di un artista, Vebjørn Sand, il quale si era innamorato del progetto e del progettista che cinquecento anni prima l’aveva pensato e disegnato.
Il progettista si chiama Leonardo da Vinci, il progetto riguardava un ponte che avrebbe dovuto unire il quartiere di Galata (Pera) con Istanbul e il committente di un così ardita ma non impossibile opera (come hanno dimostrato gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology) era il sultano ottomano Bayezid II.
Per una serie di circostanze l’opera non vide la luce e gli schizzi trovati in un taccuino del celebre scienziato per molto tempo sono stati interpretati come una fantasia, almeno fino al 1951 quando Franz Babinger (1891 – 1967), uno storico e orientalista tedesco specializzato in storia ottomana, ricevette dagli archivi del Topkapi Sarayi di Istambul (fino al 1923 la residenza del sultano ottomano, oggi un museo) un interessante documento: una lettera scritta da Leonardo da Vinci e diretta a Bayezid II.
Non c’è data nella missiva ma dal taccuino leonardesco è stato possibile risalire alla data e al luogo di spedizione: Genova, 3 luglio 1502. Nella lettera lo scienziato toscano rispose al sultano dando la sua piena disponibilità alla costruzione di un ponte mobile per unire “Galata a Stambul”.
È l’inizio di una storia rimasta semisconosciuta, a parte agli storici, fino alla pubblicazione del testo scritto da Gabriella Airaldi, specialista di Storia mediterranea e di Storia delle relazioni internazionali, che ha insegnato Storia medievale all’Università di Genova.
Il ponte di Istanbul. Un progetto incompiuto di Leonardo da Vinci (Marietti 1820, 2020) è un libro che va oltre il singolo avvenimento, come detto il ponte non vide la luce, per descrivere la società dell’epoca, il mondo mediterraneo all’inizio del sedicesimo secolo.
Da una parte abbiamo Bayezid II, sultano dell’Impero ottomano dal 1481 al 1512, soprannominato "il Giusto", uomo di cultura, protettore di poeti, sovrano deciso a migliorare le strutture politiche e amministrative del suo impero, consapevole che uno stato forte necessita di valide strutture di comunicazione come strade e ponti.
Dall’altra Leonardo da Vinci (1452 – 1519), già in vita apprezzato scienziato e artista (e molto altro), oggi giustamente considerato uno dei più grandi geni dell’umanità, molto richiesto per le sue consulenze da architetti e ingegneri, che nel 1498 si era recato a Genova per organizzare le difese della città contro i francesi.
E dietro di loro due tra le realtà politiche ed economiche più importanti del Mediterraneo del periodo: la Repubblica di Genova e l’impero Ottomano. Due stati che nel corso della loro lunga vita si troveranno ora a combattere ora a dialogare, i quali avevano tuttavia instaurato un rapporto molto profondo e che in un ponte avrebbero potuto trovare un nuovo punto d’intesa. Un ponte simbolo di due sponde opposto che si uniscono.
Dopotutto lo stesso Leonardo in un suo scritto era convinto che “parleransi e toccheransi e abbracceransi li omini, tanti dall’uno all’altro emisperio e ’ntenderansi i loro linguaggi”.
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