Il ponte di Klisura. I carristi italiani in Albania 1940-1941
- Autore: Rinaldo Panetta
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2010
Il libro di Rinaldo Panetta ci narra le vicende dei carristi impegnati in Albania, durante l’ultimo conflitto. Partiti dalla caserma “Pianell” di Verona, il tenente Panetta e il suo reparto giungono in Puglia, dove anziché essere imbarcati per l’Africa, sono destinati al pericolante fronte greco-albanese.
I carri, efficaci in terreni piani e ampi dove l’impiego in massa e la velocità potevano esprimersi pienamente, si devono confrontare con una morfologia poco adatta al loro utilizzo: stradine strette tra scarpate e mulattiere piene di fango dovuto alle frequenti piogge. Anche al suo reparto sono richieste prestazioni straordinarie nel tentativo di contenere l’avanzata greca; molti hanno già fatto la guerra di Spagna e mostrano uno spirito intrepido sintetizzato da quel “Viva la muerte” ripetuto anche nei momenti più drammatici. Il memorialista descrive la prostrazione delle fanterie attestate in alta quota, fiaccate dal gelo e dalla scarsità dei rifornimenti. Data l’emergenza, l’ordine è di non arretrare e resistere ad oltranza.
È una guerra senza cavalleria; i nemici colpiscono un ospedale ben segnalato e tirano anche sui feriti che si trascinano nella terra di nessuno. Il ritmo del libro è alto; la tensione cresce perché il fronte sembra sempre sul punto di collassare e richiede altri sacrifici per chiudere le falle ed evitare che il nemico possa irrompere e scendere verso Valona.
Panetta e gli altri carristi nell’aprile 1941 sono dislocati a nord dell’Albania, nella zona di Scutari, dove bisogna fermare gli Jugoslavi. Qui gli spazi sono più grandi e i carri possono agire più efficacemente. Si combatte duramente fino all’ultimo, mentre giunge la notizia che gli alleati tedeschi stanno premendo su Belgrado e sono sbarcati a Salonicco, decidendo, di fatto, la guerra su quel fronte.
Il ponte di Klisura. I carristi italiani in Albania 1940-1941 è sicuramente un libro molto emozionante e dettagliato nello spiegare la guerra dal punto di vista dei carristi, anch’essi soldati indomiti e molto legati tra loro. Alcune immagini risaltano particolarmente: il cappellano che col crocifisso in mano si reca dai greci a chiedere una tregua per raccogliere feriti e caduti, un’altura piena di morti dopo un assalto sanguinoso effettuato durante una visita del Duce, i soldati che cercano di estrarre i commilitoni da un carro colpito dal nemico.
Senz’altro una campagna affrontata male, con approssimazione, scegliendo anche il periodo sbagliato come nota un ufficiale nel novembre del 1940:
“L’Epiro è una delle regioni più piovose del mondo. Quando i turchi facevano le loro campagne per la conquista dei Balcani, al tempo di Scanderbeg, appena arrivava l’autunno fermavano le operazioni e si ritiravano nei quartieri d’inverno. Ma noi qui, meno provveduti dei turchi, abbiamo incominciato la guerra proprio alla fine di ottobre”.
Il ponte di Klisura: I carristi italiani in Albania. 1940-1941
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