Il prigioniero di Zenda
- Autore: Anthony Hope
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Straniera
Anthony Hope è oggi un autore sconosciuto, ma il suo romanzo Il prigioniero di Zenda, scritto nel 1894, ha fatto sognare pubblico e cineasti nonostante sia un feuilleton dozzinale. Ma perché tanto successo? Di cosa si tratta?
La trama è semplice: Rupert Rassendyl, aristocratico inglese, è un sosia perfetto del futuro re di Ruritania, un paese balcanico. Il giovane, durante una vacanza in questa nazione, viene scambiato per il principe ereditario che deve affrontare il doppiogioco del fratello minore, il quale vuole prendere il suo posto, e per questo motivo sequestra il fratello. Russendyl viene contattato dagli amici del vero principe, che lo convincono a impersonare il principe e a corteggiare Flavia, la bellissima principessa promessa sposa che si innamora di lui.
Seguono una serie di avventure rocambolesche, intrighi di palazzo, e storie di donne belle e infelici. Con un assalto alla reggia, la conseguente liberazione del re e il ritorno di Russendyl in Inghilterra, dopo aver lasciato la povera Flavia, si conclude l’opera.
Ma cosa ha di particolare questo romanzo con una trama così scontata? Non certamente la qualità, bensì la capacità di immaginare un regno non troppo lontano dall’Occidente europeo, ma diverso dalle monarchie occidentali: la Ruritania, che viene descritta in modo realistico sia geograficamente che politicamente e di cui è rimasto il nome nella lingua inglese come prototipo di un paese immaginario. Il tema fondamentale è lo scambio di identità, del doppio caro alla letteratura vittoriana, in questo caso calato in un contesto fantapolitico che sembra preludere ai romanzi di spionaggio degli anni Sessanta ed è perciò destinato a essere sfruttato dal cinema e dalla televisione.
Nel 1937 Il prigioniero di Zenda fu portato al cinema da Lubitsch e rappresenta il modo in cui gli americani vedevano l’Europa, o meglio una parte dell’Europa come quella slava, che era avvolta in una coltre di mistero. Altre rappresentazioni cinematografiche rafforzeranno il mito del sosia reale; perfino un episodio della serie televisiva “Saranno famosi” si ispira al romanzo di Hope.
L’autore d’altro canto, alla fine del XIX secolo, sulla scia del successo del suo libro, scrisse un seguito, Rupert di Hentzau, focalizzandosi su un personaggio negativo e minore, ma non ottenne la stessa fortuna.
Perché ho scelto di recensire un’opera così fuori moda? Perché le forti emozioni dei feuilleton hanno preparato il terreno alle serie televisive odierne. Il pubblico ama le sensazioni forti, il cliché della lotta fra Bene e Male e le storie d’amore aristocratiche e irrealistiche. Il prigioniero di Zenda è tutto questo ed è una lettura consigliata per un pomeriggio non impegnativo.
Il prigioniero di Zenda
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