Miss Bee e il fantasma dell’ambasciata di Alessia Gazzola

I fantasmi non esistono, vero? Potremmo averne la certezza, ma potremmo anche tentennare leggendo le pagine del nuovo romanzo di Alessia Gazzola Miss Bee e il fantasma dell’ambasciata, edito Longanesi nel marzo 2025.

Londra, 1925 La nostra mitica Beatrice Bernabò, per i più Miss Bee, lavora presso l’ambasciata italiana della capitale inglese, un luogo dove la sua intraprendenza e la sua sagacia non potranno fare disastri. O forse no Un po’ di scartoffie, un po’ di eventi mondani e via; una vita emozionante ma anche piatta, a tratti. Una vita che in molti magari le invidierebbero. E a ragione. Però…
Poi arriva il giorno del ricevimento. Gli ospiti d’onore? Direttamente da una delegazione che arriva nientemeno che da Firenze: Edoardo, figlio dell’ambasciatore italiano, e la sua fiamma Elisa. Ah, ovviamente non mancheranno Julian, che riesce ancora a far battere il cuore della nostra dolce Miss Bee, con al seguito la fidanzata Octavia.
Tutto qui, dunque? Politica e un amore non corrisposto? Eh no, perché a un tratto cominceranno ad accadere cose strane e inspiegabili. Anzi, la spiegazione ci sarebbe: un fantasma. E in tutto ciò arriverà addirittura Archer Blackburn, una persona che Beatrice conosce bene. E anche noi.
Ma suvvia, sappiamo bene che i fantasmi non esistono. Vero?

Alessia Gazzola torna con la nostra Miss Bee e con la sua penna carica di sentimenti potenti e colorati. Certo, qualche sfumatura più cupa potrebbe saltar fuori, la vita è pur sempre una cornucopia di sorprese. Una storia popolata da amici, non semplici personaggi abbozzati per fare il compitino. Alessia è come un Geppetto che riesce a dar vita alle proprie parole e per questo i lettori che l’apprezzano aumentano ogni giorno di più.
Un libro pensato per chi ama i gialli ma non disdegna sentimenti più dolci e, lo sappiamo bene, più potenti. Un libro piccolo se lo giudichiamo dal numero di pagine, ma un libro grande per ciò che riuscirà a donarci in così poco spazio. E anche poco tempo, perché questa storia, come tutte quelle di Alessia Gazzola, finirà davvero troppo in fretta. A meno che non decidiate di centellinarla come un buon sherry d’annata. Ma ne dubito; perlomeno io non ce l’ho fatta…