Iris di marzo di Grazia Verasani

Grazia Verasani è tra le scrittrici più in gamba che ancora scrivono narrativa e gialli, e nel tempo che le rimane in una giornata è anche sceneggiatrice e grande lettrice dei libri degli altri; ha anche una conoscenza musicale ottima e non è per niente nostalgica o quel che basta. Torna con la settima indagine di Giorgia Cantini, che è sempre meno preoccupata dell’età che passa, tra voglia di solitudine e amori rimasti a metà, e il titolo di questo nuovo romanzo è Iris di marzo (Marsilio edizioni, 2025).

La sua assistente Gen è sempre piuttosto disordinata, ma in realtà trova tutto e ha un’ottima conoscenza del computer come macchina e di Internet. La pigrizia di Giorgia non è aumentata, ma il disincanto e la malinconia di un amore mancato la rendono fragile e scettica all’unisono. Si presenta a lei Teresa Palazzo, una mamma single di quaranta anni ma che ne dimostra di più perché deve fare tutto da sola, e ha un figlio dal nome Libero, che sta fuori casa troppo spesso, un adolescente intelligente ma restio ai conformismi delle periferie; e per un ragazzo sano e poco studioso la via del piccolo spacciatore è già pronta. La mamma chiede alla Cantini se può seguirlo e vederlo in azione.
Nel suo gruppo ci sono ragazzi e ragazze; più di tutti spicca Iris, bella, ribelle, una che fa pensare a Jane Birkin da giovane. In realtà, Iris si sta levando di dosso il suo gruppo. Cerca nuove atmosfere che solo i ragazzi grandi coi soldi possono darle, ma anche i papà di questi borghesi bolognesi sono "in fissa" con queste lolite. Se poi c’è anche la droga, dalle anfetamine all’ossicodone, il piacere è assicurato. Ma le lolite fanno sempre una brutta fine e Iris viene accoltellata e uccisa. Il suo gruppo è nel mirino degli indagati. Non solo Libero, ma tutti i maschi eterosessuali della scuola e del gruppo erano affascinati da Iris, e le indagini della polizia e della Cantini si accertano sulla comitiva dei padri, questi professionisti sul lavoro bisognosi di sesso e droga per confermare che sono ancora in gamba e affascinanti. Quel mondo "truccato" ricorda alla Cantini Ada, la sorella, che si suicidò perché voleva fare l’attrice; tanti anni sono passati invano, se la bellezza era ed è l’unico requisito per fare un provino. Non diremo più niente della parte "gialla" del romanzo, ma solo di Giorgia, che cena in un ristorante con un suo potenziale corteggiatore, ma dove entra anche l’ex della donna, Bruni, che mangia in compagnia di un’altra donna. La Cantini trova che sia corretto dire all’uomo che l’accompagna che è ancora innamorata di un altro.
La scrittura di Grazia Verasani è nitida, senza fronzoli, tenendo i sentimentalismi da parte. Si sente, in questo settimo libro "giallo", anche del mestiere e non sai se la scrittrice terrà dei seminari sulla scrittura o meno.