Il procuratore
- Autore: Andrea Vitali
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2011
Andrea Vitali, in questi anni, è divenuto un appuntamento importante per chi cerca evasione intelligente, e per leggere di una Italia come era prima del secondo conflitto bellico e poi gli anni Cinquanta e Sessanta, quelli del boom economico. Ma molti libri sono ambientati anche durante la Prima guerra mondiale e gli anni del fascismo, dove lo scrittore si prende gioco del machismo e dei sentimenti poco casti di donne infatuate dalla mascella di Benito Mussolini.
Le incursioni nel presente non lo attirano perché dovrebbe poi decidersi se restare nell’ambito della “narrativa seria”, per semplificare, oppure nel mondo del giallo noir, dove proprio gli mancano gli strumenti per far sorridere il lettore. I suoi romanzi hanno l’ariosità e la mancanza di moralismo come il grande scrittore Piero Chiara e il rigore del giallista d’antan Renato Olivieri. E poi il solito luogo feticcio che va da Como a Bellagio e paesi limitrofi.
In questo esordio di Vitali col romanzo Il procuratore (Garzanti, 2011, più ristampe) l’autore è più affascinato dai personaggi minori, rispetto ai personaggi che fanno la storia, cui dà narrazione ma anche un cinismo mascherato, proprio come metaforicamente fosse stato interrato. Il libro inizia con un uomo giovane sul battello che fa tratte sul lago di Como. È Marco Perini, un uomo con poche qualità, che tuttavia sa mettere a frutto. Cerca un notaio, che gli dica cosa ci guadagna con la dipartita dei genitori.
Ma anche questa parte del libro è piena di verve, di brio, anche un notaio col suo cliente, può essere motivo di gioco in Vitali. E il giorno dopo, a Bellano, dopo aver preso appuntamento con il notaio che fa vedere a Perini quello che ha ereditato.
A parte i terreni che al giovanotto non interessano neanche un po’, si va poi in banca, dove trova un gruzzolo niente male, tutto per lui. Centocinquantamila lire una somma di tutto riguardo che Perini non vuole lasciare in banca per gli interessi o altre agevolazioni. Li vuole tutti cash in una borsa capiente. Nel periodo in cui Perini risiede nella cittadina, arrivano ben due lettere minatorie nei suoi confronti ed entrambe hanno un profumo di incenso.
Nel frattempo, il giovanotto, con le tasche piene di contanti, si chiede cosa farà con tutti quei soldi ereditati. Col notaio vanno pure alla casa dei genitori, che è un misto di incuria e di ricercatezza e dove si scende verso il negozio, così ingarbugliato che non si capisce cosa si vendeva lì una volta. Era una drogheria.
Arriva un carabiniere che gli chiede se ha conosciuto una certa Zita. È certo, ai tempi, nel 1911 lui aveva ventuno anni e a Bellano c’era poco da fare, ma Perini sapeva come far diventare bella una serata fiacca e quindi accompagnò un gruppo di uomini alle case chiuse e lui vide Zita e se ne innamorò. E quando andarono a Milano, Perini veniva mantenuto da Zita, che aveva iniziato in città il solito lavoro in una casa chiusa.
Nel frattempo si avvicinavano gli anni del primo conflitto bellico, ma a Milano nulla era cambiato. Tranne la decisione del Perini di fare il procuratore, si sarebbe messo in mezzo alla conta dei soldi delle ragazze e ne cercava di nuove, che la miseria nel 1914 c’era pure nella "capitale" lombarda.
Perini si avvicinava a militari in libera uscita, e a giovani studenti e impiegati senza moglie ma pure con moglie. Li faceva bere e quando capiva che avevano un poco di contante li indirizzava verso le case chiuse di Milano. Fino a quando non incontrò il notaio di Bellano che aveva visto tutto. Il Perini ritornò al paese natio, che poi divenne il marchio di fabbrica dell’autore Vitali che scelse di ambientare tanti suoi romanzi a Bellano. Il giorno dopo vide il notaio, si avvicinò e di punto in bianco sentì la domanda che gli faceva chi aveva letto le ultime volontà dei genitori:
Ma lei che intenzioni ha?
E Perini lo disse e chi scrive riporta la risposta:
Il procuratore. Il procuratore di meretricio. Procurerò donne per le case chiuse. Mi pare un lavoro di grande utilità sociale.
Certo la faccia di bronzo al Perini non manca, ma siamo già alla Prima guerra mondiale e ne succederanno di brutti avvenimenti. Qualcuno pure non tragico. La tragedia non è proprio alla portata stilistica di Andrea Vitali, che non si aspettava nemmeno il successo di questo suo primo libro di esordio. Ma c’era la voglia e il talento per diventare Andrea Vitali, quel bravo scrittore che ambienta le sue storie a Bellano. E non solo.
Il procuratore
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