Il rifugiato dell’abbazia
- Autore: Ellis Peters
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
Tra i maggiori successi di Ellis Peters (pseudonimo di Edith Mary Pargeter), scrittrice gallese vissuta nel secolo scorso, vi è senza dubbio la saga di fratello Cadfael, un monaco investigatore del pieno medioevo. Il genere molto fortunato che ha come maggiore esempio “Il nome della rosa” è affascinante e suggestivo, soprattutto per coloro che amano immedesimarsi in altri periodi storici. E allora il connubio giallo-storico è più che appetitoso in particolar modo per l’ambientazione medievale che ha sempre qualcosa di misterioso e mai rilevato e che si sposa benissimo con delitti, indagini e misteri.
Questa settima indagine del famoso monaco (è stata tratta anche una serie televisiva) si svolge nel 1140 nell’abbazia di Shrewsbury e negli immediati dintorni.
La scena inziale è stupenda e ricorda molto i capolavori di Ken Follet ambientati nello stesso periodo storico e che hanno anch’essi come assoluti protagonisti le figure religiose.
In effetti la forza della religione e dei suoi simboli era emblematica in quel periodo ed era dirompente nella società e nella vita quotidiana a differenza di oggi in cui sono molti altri gli aspetti che la fanno da padrone. Pertanto Ellis Peters, dopo un attenta analisi storica, ha fatto benissimo ad innalzare il monaco ed i suoi fratelli a protagonisti della vicenda.
Nella predetta scena introduttiva la preghiera del mattino dei monaci viene interrotta bruscamente dall’irruzione di un ragazzo inseguito dalla folla che chiede giustizia. L’accusa è di furto e omicidio. Fratello Cadfael si schiera subito con il giovane disperato e leggendo in quegli occhi spaventati la sua innocenza si prodiga per salvarlo e fare luce sull’accaduto. In un’ambientazione suggestiva e oltremodo realistica, il monaco conduce un’indagine emozionante nel povero borgo.
Il ragazzo è un saltimbanco ed è accusato dell’omicidio dell’orefice della città e del furto dei suoi gioielli. Il romanzo si sviluppa con azioni incalzanti e ricche descrizioni tra forti poteri di potenti famiglie e disperazione di poveri nullatenenti. Il giocoliere riesce ad ottenere l’asilo nell’abbazia e durante i quaranta giorni il monaco dovrà usare tutte le sue armi e tutte le sue intuizioni per salvarlo dalla condanna.
Bellissimo per il lettore trovarsi di fronte ad un giallo che invece di metropoli, automobili ed armi da fuoco contrappone silenziose abbazie, campagne coltivate, umili monaci. Oltre al thriller un aspetto fondamentale del romanzo è l’amore: l’amore benedetto tra il ragazzo e una servetta e quello più controverso tra l’apprendista orefice e una componente della ricchissima famiglia che ha subito il delitto. Che emozione immaginarsi un moderno detective calzare dei poveri sandali e vestire un umile saio!
Il rifugiato dell’abbazia (Le indagini di fratello Cadfael)
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