Il rinnegato
- Autore: Giuseppe Brancale
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2007
Pulsante della passione di un autore visibilmente amante della cultura, della verità storica e sociale, dell’umanità e, non ultimo, della sua terra, “Il rinnegato” di Giuseppe Brancale (Polistampa, 2007) è un romanzo che ci offre un dagherrotipo fedele e affascinante della situazione della Basilicata dal tempo delle imprese garibaldine alle prime conquiste coloniali italiane. Un dagherrotipo e non una foto, poiché lo stile di Giuseppe Brancale - colto e accurato, ma mai inaccessibile, corredato di citazioni da cronista storico, alternate a passi più propriamente narrativi - riesce a immergere nell’epoca descritta, con mezzi che sembrano volersi conformare alle immagini ottocentesche giunte fino a noi, dando alla vicenda un sapore antico, ma reale.
Il titolo originale era “Avanti Cristo”, poiché il romanzo è nato dall’incontro dell’autore con Carlo Levi e con il suo “Cristo si è fermato a Eboli”, a cui Giuseppe Brancale intendeva fare riferimento sia come collocazione temporale della sua storia, sia come invocazione (“Avanti, Cristo!”). Carlo Levi, che curò la copertina di un altro suo romanzo dal titolo “Echi nella Valle”, scrisse:
“Nel tuo libro hai saputo fondere mirabilmente l’antico col moderno, per una vicenda che mi ha commosso e fatto meditare. E mirabilmente hai saputo mettere a fuoco sentimenti e problemi della tua gente, della nostra gente, alla quale è rivolto sempre il mio pensiero”.
Nella sua prima parte, “Il rinnegato” somiglia più a un approfondimento storico che a un romanzo. C’è infatti un quadro ben dettagliato delle vicende garibaldine e delle loro implicazioni politiche e sociali. Si parte dunque dalla storia, quella studiata a scuola, che parla di imprese, di conquiste e dei successi della politica di Cavour. Ma all’interno di questo studio si inserisce la vita di Migalli, piccolo paese della valle dell’Agri, abitato da povera gente. Abitato in particolare da Giuseppe Prestone, un artigiano garibaldino ex migrante, che tenta di far sopravvivere la sua dignità di uomo, di cittadino e di lavoratore onesto, restando sempre fedele a se stesso, malgrado le vicende tentino di travolgerlo, di traviarlo e di farlo soccombere.
Via via che le pagine scorrono, dunque, la cronaca storica si traduce in vicenda umana e in verità, quella stessa verità che i politici del tempo hanno ignorato, negato, deformato a pro loro, fino a farne un qualcosa che nei libri scolastici appare perfino fonte di orgoglio e di gloria. Pochi sanno che l’Unità d’Italia, per molte popolazioni meridionali, ha significato solo umiliazione, carneficina e fame; che il brigantaggio altro non era che la sola alternativa alla miseria materiale e morale, imposta da un governo piemontese lontano dal luogo e dalla realtà della povera gente; che coloro che sono stati trucidati come criminali erano soltanto uomini oppressi, che disperatamente tentavano di far sopravvivere le loro famiglie.
Il lettore a quel punto sente che i personaggi, se pur descritti spesso in capitoli brevi e con dialoghi essenziali, vibrano profondamente di vita vera e, con le loro semplici laconiche battute, raccontano meglio di chiunque altro la storia d’Italia.
Però, malgrado la vita di Migalli si presenti fatta principalmente di tragedie e di ingiustizie, il messaggio finale è impregnato sostanzialmente di speranza. Una speranza fondata sulla realtà, che attinge la sua forza dal fatto che l’Italia, di fatto, è stata poi costituita ed è divenuta col tempo la Repubblica che gli eroi del romanzo sognavano, consapevoli che non l’avrebbero potuta vedere coi loro occhi.
Dal romanzo “Il rinnegato” è stato recentemente tratto il film Le terre rosse, diretto e prodotto da Giovanni Brancale, figlio di Giuseppe Brancale. Egli ha saputo con maestria cogliere gli elementi più significativi della storia, per creare un’ambientazione fedele sia alla realtà storica descritta che allo stile della narrazione, aggiungendo però un tocco di colore, di suono e di sinestesie. Il film è stato premiato come best drama al Festival del Cinema Indipendente di Los Angeles.
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