Il segreto della fotografa francese
- Autore: Natasha Lester
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
Il romanzo Il segreto della fotografa francese (Newton Compton 2019, titolo originale "The French photographer", traduzione di Giada Fattoretto) di Natasha Lester, è ispirato alla storia di Lee Miller (1907-1977), la modella statunitense di “Vogue” che divenne una delle prime fotoreporter di guerra.
Agli inizi del 1943, Jess se ne stava seduta nell’ufficio Affari Esteri in attesa dell’incontro che avrebbe deciso il suo futuro “non permettergli di opporsi”, si disse mentre fissava l’orologio che ticchettava, più nervosa di quanto non fosse mai stata a un provino.
A New York Jessica May, ventidue anni di età, occhi marroni e capelli mossi biondi, era in procinto di sostenere un colloquio per “ottenere un passaporto per l’Europa”. Jess sapeva di essere una candidata insolita per richiedere un passaporto e lavorare come fotoreporter, ma “sono sicura di avere molti vantaggi che alcuni degli uomini che adesso sono laggiù a documentare la guerra non hanno”. La giovane donna faceva la modella per “Vogue” e grazie al lavoro dei suoi genitori, entrambi paleobotanici, da piccola aveva viaggiato molto. Jessica aveva vissuto in Francia per dieci anni e parlava correntemente la lingua francese. La May, una volta cresciuta, appena aveva imparato a fare fotografie, era diventata la fotografa dei suoi genitori. Inoltre Jess aveva studiato fotografia alla Parsons School of Design e nel 1939 l’edizione francese di “Vogue” aveva pubblicato alcune sue foto e articoli dove “descrivevo l’esodo degli americani da Parigi”. La donna parlava anche tedesco, non benissimo, ma in modo più che sufficiente per farsi capire e per comprendere quello che dicevano. “Parlo anche italiano”.
Jessica May sembrava essere il candidato ideale che avrebbe raccontato al mondo tutto l’orrore e la distruzione di un conflitto che avrebbe lasciato dietro di sé Paesi da ricostruire. Jess, con al collo la sua Rolleiflex e, quando era rimasto solo uno scatto, con la Leica, avrebbe visitato l’Italia, la Francia, l’Inghilterra e la Germania sempre pronta a fermare l’attimo e la storia con un clic. Precisa la Lester:
La prima volta che mi sono resa conto dell’esistenza di Lee Miller è stato quando stavo scrivendo “The Paris Seamstress”. La sua storia mi ha affascinata subito: una famosa modella e amante di Man Ray che aveva fotografato e scritto alcune storie straordinarie per “Vogue” durante la Seconda Guerra Mondiale, ma il cui lavoro in seguito era stato ampiamente dimenticato.
In una nota alla fine del volume inoltre l’autrice rivela che ha anche visitato i musei della memoria di Utah e Omaha Beach, il cimitero americano a Colleville-sur-Mer e il museo dell’aeronautica a Sainte-Mère-Église. Una prosa scorrevole narra le ardite gesta di una figura femminile determinata a competere con gli uomini in un campo quasi esclusivamente precluso alle donne. Gli occhi acuti di Jessica May/Lee Miller rivivono nelle pagine del libro per testimoniare atrocità a cui era impossibile credere.
Messa a fuoco, scatto. Messa a fuoco, scatto. Continuò a ripetersi quelle parole nella testa.
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