Il sentiero di Peter May

Peter May è scozzese, di Glasgow, e ambienta “Il sentiero”, questo romanzo insolito, alle isole Ebridi, in luoghi geograficamente lontani dal nostro consueto immaginario: tempeste, venti spaventosi, un faro che molti anni prima era stato al centro dell’interesse dei giornali quando i tre guardiani erano misteriosamente spariti senza lasciare alcuna traccia dietro di loro, un impervio sentiero dal nome spaventoso, Le Bare. Ecco allora che in questa terra splendida ma terribilmente inospitale un uomo si trova improvvisamente sbattuto sulla spiaggia, fradicio, con indosso un giubbotto di salvataggio, esausto e assolutamente immemore; non ricorda nulla, né la sua identità, né le ragioni per cui si trova come un naufrago in un luogo che non ricorda di conoscere. Eppure un cane, Bran, e una donna anziana, la padrona del cottage dove immagina di abitare, lo inducono a credere di vivere lì, di essere conosciuto, di svolgere una qualche attività. In casa non trova nulla che lo aiuti a capire chi è: niente documenti, vuoto il computer, nessun oggetto familiare. Quando irrompono in casa Jon e Sally, che si dichiarano suoi vicini, abituati a dividere una bevuta con lui, l’uomo non ha il coraggio di dichiarare di aver perso la memoria. Sally però più tardi si presenta in casa, i due sono amanti anche se lui non lo sa, e solo nelle braccia della giovane donna lui si sente meno solo e meno disperato.

Contemporaneamente a questa, c’è la vicenda della giovane Karen Fleming, sedicenne ribelle in rotta con la madre e il suo nuovo compagno: vivono in una bella villetta a Liverpool, ma Karen non ha mai digerito il suicidio del padre Tom, grande scienziato impegnato in una difficile ricerca ad altissimi livelli sulle api e la loro funzione vitale nella vita del pianeta. Lui infatti ha lasciato un biglietto alla figlia, prima che la sua barca vuota venisse ritrovata. La storia si complica molto, nel plot sempre più ingarbugliato che vede Karen convincersi che il padre non sia davvero morto, e l’uomo senza nome, Neal Maclean, alla disperata ricerca di ritrovarsi mentre sull’isola del faro è stato scoperto il cadavere di uno sconosciuto dal cranio spaccato: è lui l’assassino? Potrebbe, visto che non ricorda nulla.

Giallo o thriller di ambiente insolito, “Il sentiero” si legge con crescente interesse, anche se in qualche punto appare un po’ improbabile e la vicenda si complica davvero troppo. Le grandi multinazionali dell’agroalimentare, colossi potentissimi, contro semplici ma motivati ricercatori che cercano con il loro studi di salvare il pianeta. Ci riusciranno? Il libro racconta questa lotta improba e violenta, con perizia narrativa e con un linguaggio accessibile. Personaggi ben costruiti ma, soprattutto, paesaggi straordinari e una natura potente, violenta, descrizioni realistiche di fenomeni estremi.

“Alzo la testa e vedo un colossale muro d’acqua che scalpita fra le isole alla nostra destra, guadagnando forza e impeto. Conosco i racconti dei vecchi marinai su certe onde straordinarie e invincibili, però non ne ho mai vista una così. Deve essere alta almeno trenta metri”.

Un viaggio dentro le parti più fragili di un uomo forte, alla ricerca della verità su di sé e sulle ragioni profonde di una esistenza dedicata ad una grande causa, a qualunque costo.