Il sistema tecnico
- Autore: Jacques Ellul
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2004
“Il sistema tecnico” del filosofo e sociologo francese Jacques Ellul, uscito in Francia nel 1977 e pubblicato in Italia da Jaca Book nel 2004, scartavetra i sogni pattinati del Progresso illustrando, in anticipo sui tempi, nuda e cruda l’essenza del mondo moderno. Il corposo volume dell’emarginato e poco conosciuto pensatore di Bordeaux è infatti una prognosi del regno della Tecnica, un sistema autonomo costruito sul principio secondo cui ciò che si può fare deve essere realizzato.
Il sistema, oltre a essere lo specchio in cui l’uomo raggiunge la sua reificata autocoscienza, è un organismo a sé stante dove sorgono bisogni artificiali e corrispondenti – effimere – soluzioni. Jacques Ellul spiega come l’uomo non sopporterebbe un sistema che non fosse in grado di conferirgli l’illusione della libertà, la voluttà della fuga, la sensazione della propria indipendenza. Per questo la Tecnica si espande finanche nell’ambito del divertissement in modo che, proprio nella misura in cui si evade dalla Tecnica, si resti incastrati nelle dinamiche dalle quali il sistema stesso dà all’uomo l’apparenza di fuggire. In un cosmo in cui la libertà funge da conferma della Necessità, ogni contestazione – che non può fare a meno degli stessi mezzi che contesta – si presenta quale gloriosa vittoria del sistema. Pertanto, annota Ellul, così come il primitivo non può bruciare la foresta, l’uomo non può distruggere il sistema tecnico che è diventato il suo unico ambiente, la foresta che elargisce ogni bene. Il dedalo di automatismo che trova la sua definitiva autoconferma nelle informazioni veicolate dal computer, edifica quindi una gabbia dalla quale appare pressoché impossibile scappare e che in ogni istante indirizza i nostri pensieri, i nostri sogni e le nostre emozioni indicando un “sempre meglio” che non dà alcuna stabilità, alcuna compiutezza e che si impone come la cifra dell’uomo attuale – un essere frammentato, proiettato verso il domani, incapace di vivere la pienezza dell’attimo, di abbeverarsi alle fonti abissali del passato e del tutto immerso nell’oceano sconfinato del nichilismo. La Tecnica, retta dalla legge dell’efficienza (il miglior risultato col minor sforzo), è un sistema che progredisce indefinitamente intersecandosi con le dinamiche dell’accumulazione economica. Essa avanza ovunque ed è del tutto amorale poiché, quantunque dia l’illusione di un meraviglioso ampliamento della libertà e della potenza, rende l’uomo succube di dinamiche impersonali non avendo mai come obiettivo l’edificazione del Bene (e invero neanche del Male, se non fosse in qualche modo già di per sé un male costruire un mondo in cui l’uomo è sempre mezzo e mai fine).
A dispetto delle asettiche disamine dei cantori del Progresso, la Tecnica non è quindi un mezzo neutrale e chi la utilizza ne è fatalmente utilizzato, perdendo, heideggerianamente, la sua essenza – l’autonomia, la libertà. La Tecnica non ha come finalità la felicità né lo sviluppo, essendo l’economia capitalistica orientata al profitto (capitale per il capitale) e non necessariamente all’efficacia. Ciò che emerge dallo scritto di Jacques Ellul è l’idea assai originale secondo cui la Tecnica ha bisogno dell’economia, della politica e dell’uomo, ma non nel senso che sia diretta da questi fattori – è piuttosto la Tecnica a dirigerli. È il sistema tecnico che, manifestandosi nella società, la tecnicizza. Così il filosofo profetizza la fine del Politico e l’avvento del Tecnico accompagnati dalla perdita della capacità umana di avere una visione d’insieme, una prospettiva globale, uno sguardo che sappia trascendere il funzionamento, il mero sviluppo dei mezzi. Ellul vaticina la transnazionalizzazione dell’economia, anch’essa cagionata dalla potenza della Tecnica orientata sempre a oltrepassare il limite dell’impossibile, la caduta progressiva di ogni autentica partecipazione democratica, lo sradicamento dell’uomo e il crollo di ogni appartenenza, il senso di angoscia che è vanamente riempito da fittizie compensazioni. Alla fine di una disamina che dipinge un paesaggio dalle fosche tinte totalitarie, resta una flebile, remotissima speranza: prima di intraprendere l’impossibile lotta col diavolo, bisogna guardarlo negli occhi – così l’uomo non potrà intraprendere la sua battaglia senza prima osservare con spirito disincantato il sistema della Tecnica e la sua polimorfa, autonoma, universale, totale, infernale onnipervasività.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il sistema tecnico
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